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Una mostra per Ferlinghetti, icona della beat generation: Letizia Battaglia lancia la gara di fotografia

Appello ai fotografi palermitani dalla direttrice del Centro Internazionale: le fotografie da inviare, che faranno parte di mostra collettiva, potranno raccontare sia di cani, sia di uomini e donne e della loro condizione umana in omaggio al libro cult del poeta recentemente scomparso

In occasione della recente scomparsa di Lawrence Ferlinghetti, il poeta icona della Beat generation, Letizia Battaglia lancia un invito ai fotografi: tutte le fotografe e i fotografi possono inviare una fotografia ispirata ai versi tratti da Cane che si trova nel libro cult del poeta A Coney Island of the Mind, -Un luna park della mente (1958).

Simbolo assoluto di coraggio e fedeltà, il cane che accompagna l’uomo nella vita quotidiana, è sin dai tempi più antichi un soggetto ricorrente e pieno di significati allegorici in tutte le arti, dalla pittura alla poesia alla fotografia. Le fotografie da inviare, che faranno parte di mostra collettiva, potranno raccontare sia di cani sia di uomini e donne e della loro condizione umana, lavorando sull’aspetto allegorico della poesia scelta. La fotografia dovrà essere inviata all’indirizzo mail fotografieperilcentro@gmail.com entro il 31 marzo 2021. 

I versi tratti da Cane

Libero il cane trotta nella strada

e vede la realtà

e le cose che vede

sono più grandi di lui

e le cose che vede

sono la sua realtà

Ubriaconi nei portoni

Lune sugli alberi

Libero il cane trotta nella strada

e le cose che vede

sono le più piccole di lui

Pesce nei giornali

Formiche nei buchi

Polli alle finestre del Quartiere cinese

le loro teste a un isolato di distanza

Libero il cane trotta nella strada

e le cose che odora

sanno un po’ di lui stesso

Libero il cane trotta nella strada

passando pozzanghere e bambini

sigari e gatti

biliardi e poliziotti

Non odia i pizzardoni

Non gl’importa proprio nulla

e li passa

e passa i vitelli morti sospesi tutt’interi

al mercato di San Francisco

Preferirebbe mangiare un vitello tenero

piuttosto che un poliziotto duro

ma l’uno o l’altro gli andrebbero giù lo stesso

E passa la fabbrica di ravioli Romeo

e passa la Torre Coit

e il congressista Doyle

Ha paura della torre

ma non del congressista

anche se ciò che sente dire è molto scoraggiante

molto deprimente

molto assurdo

per un giovane cane triste com’è lui

per un cane serio com’è lui

Ma un mondo libero per viverci lui ce l’ha

E una buona pulce da mangiare

La museruola non gliela metteranno

Il congressita Doyle è soltanto uno dei tanti

idranti di pompieri

per lui

Libero il cane trotta nella strada

ed ha la sua vita da cane da vivere

e a cui pensare

e su cui riflettere

toccando gustando esaminando tutto

e tutto investigando

senza beneficio di spergiuro

da vero realista

con una storia vera da raccontare

e una vera coda per farlo

un vero

democratico

can che abbaia

impegnato in un’autentica

iniziativa privata

con qualcosa da dire

circa l’ontologia

qualcosa da dire

circa la realtà

e come guardarla

e come ascoltarla

con la testa sulle zampe

agli angoli delle strade

come se stesse per farsi

fotografare

per i dischi Victor

in ascolto della

Voce del Padrone

mentre guarda

come un punto interrogativo vivo

nel

grande grammofono

dell’enigmatica esistenza

con la magnifica tromba aperta

che sembra sempre

sul punto di sputare

qualche Vittoriosa risposta

a tutto

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