Una mostra per Ferlinghetti, icona della beat generation: Letizia Battaglia lancia la gara di fotografia
Appello ai fotografi palermitani dalla direttrice del Centro Internazionale: le fotografie da inviare, che faranno parte di mostra collettiva, potranno raccontare sia di cani, sia di uomini e donne e della loro condizione umana in omaggio al libro cult del poeta recentemente scomparso
In occasione della recente scomparsa di Lawrence Ferlinghetti, il poeta icona della Beat generation, Letizia Battaglia lancia un invito ai fotografi: tutte le fotografe e i fotografi possono inviare una fotografia ispirata ai versi tratti da Cane che si trova nel libro cult del poeta A Coney Island of the Mind, -Un luna park della mente (1958).
Simbolo assoluto di coraggio e fedeltà, il cane che accompagna l’uomo nella vita quotidiana, è sin dai tempi più antichi un soggetto ricorrente e pieno di significati allegorici in tutte le arti, dalla pittura alla poesia alla fotografia. Le fotografie da inviare, che faranno parte di mostra collettiva, potranno raccontare sia di cani sia di uomini e donne e della loro condizione umana, lavorando sull’aspetto allegorico della poesia scelta. La fotografia dovrà essere inviata all’indirizzo mail fotografieperilcentro@
I versi tratti da Cane
Libero il cane trotta nella strada
e vede la realtà
e le cose che vede
sono più grandi di lui
e le cose che vede
sono la sua realtà
Ubriaconi nei portoni
Lune sugli alberi
Libero il cane trotta nella strada
e le cose che vede
sono le più piccole di lui
Pesce nei giornali
Formiche nei buchi
Polli alle finestre del Quartiere cinese
le loro teste a un isolato di distanza
Libero il cane trotta nella strada
e le cose che odora
sanno un po’ di lui stesso
Libero il cane trotta nella strada
passando pozzanghere e bambini
sigari e gatti
biliardi e poliziotti
Non odia i pizzardoni
Non gl’importa proprio nulla
e li passa
e passa i vitelli morti sospesi tutt’interi
al mercato di San Francisco
Preferirebbe mangiare un vitello tenero
piuttosto che un poliziotto duro
ma l’uno o l’altro gli andrebbero giù lo stesso
E passa la fabbrica di ravioli Romeo
e passa la Torre Coit
e il congressista Doyle
Ha paura della torre
ma non del congressista
anche se ciò che sente dire è molto scoraggiante
molto deprimente
molto assurdo
per un giovane cane triste com’è lui
per un cane serio com’è lui
Ma un mondo libero per viverci lui ce l’ha
E una buona pulce da mangiare
La museruola non gliela metteranno
Il congressita Doyle è soltanto uno dei tanti
idranti di pompieri
per lui
Libero il cane trotta nella strada
ed ha la sua vita da cane da vivere
e a cui pensare
e su cui riflettere
toccando gustando esaminando tutto
e tutto investigando
senza beneficio di spergiuro
da vero realista
con una storia vera da raccontare
e una vera coda per farlo
un vero
democratico
can che abbaia
impegnato in un’autentica
iniziativa privata
con qualcosa da dire
circa l’ontologia
qualcosa da dire
circa la realtà
e come guardarla
e come ascoltarla
con la testa sulle zampe
agli angoli delle strade
come se stesse per farsi
fotografare
per i dischi Victor
in ascolto della
Voce del Padrone
mentre guarda
come un punto interrogativo vivo
nel
grande grammofono
dell’enigmatica esistenza
con la magnifica tromba aperta
che sembra sempre
sul punto di sputare
qualche Vittoriosa risposta
a tutto