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Germania e Francia, tutti davanti alla tv per vedere Totò Riina

Arte, rete televisiva franco-tedesca a vocazione europea di servizio pubblico, ha trasmesso il documentario "Corleone, padrino dei padrini". Parla anche Gaspare Mutolo: "Il primo obiettivo era quello di sbarazzarci dei nostri peggiori nemici. Il secondo, era quello di spaventare le istituzioni"

Tutti davanti alla tv per vedere Totò Riina. Ieri sera Arte, rete televisiva franco-tedesca a vocazione europea di servizio pubblico, nata da un trattato fra lo Stato francese ed i Länder tedeschi, ha trasmesso il documentario "Corleone, padrino dei padrini" (prima di due parti) dedicato al boss della mafia siciliana. "Un'opera sorprendente - scrive Le Parisien - segnata dalle gelide testimonianze degli assassini del clan. Durante gli anni '80 e '90 il terrore si diffuse nella popolazione italiana". Parla anche Gaspare Mutolo: "Il primo obiettivo era quello di sbarazzarci dei nostri peggiori nemici. Il secondo, era quello di spaventare le istituzioni".

"Il volto nascosto, i sicari e altri uomini fidati di Totò Riina: questi i protagonisti del documentario", ha sottolineato il quotidiano francese Le Parisien". Il regista è Mosco Lévi Boucault. "Ottenere queste testimonianze è stato difficile - ha detto -. E' stato un magistrato italiano, Maurizio De Lucia, che mi ha aiutato a incontrarli. Oggi, gli assassini di Riina sono spesso descritti come pentiti, ma molti di loro non lo sono mai stati. Vecchi criminali che vivono oggi nel più grande segreto sotto la protezione di un servizio dipendente dal Ministero degli Interni italiano".

"Vivono da qualche parte in Italia con nuove identità - afferma il regista -. Il luogo in cui vivono è conosciuto solo dal servizio che li protegge. Per avvicinarmi a loro ho dovuto presentare una richiesta a una commissione composta da agenti di polizia e magistrati. Se viene accettata, viene trasmessa al pentito, che può rifiutare o accettare. Per ogni pentito ci hanno dato una giornata per intervistarli. Ho dovuto lottare per avere molto di più perché, in un giorno, non siamo riusciti a stabilire una relazione. È forse questa preoccupazione che ho avuto, non per fare un'intervista ma piuttosto per stabilire un legame di fiducia che li ha portati a confidarsi".

Nella seconda parte del documentario intitolato "The Fall", uno degli assassini ora pentiti, Francesco Anzelmo, responsabile dell'omicidio di due suoi zii paterni su ordine di Totò Riina, dice davanti alla telecamera: "Sai, eravamo reali macellai. Mi viene la pelle d'oca quando ci penso. E tutto ciò che abbiamo fatto per Totò Riina. È fantastico!". Affascinato da "Il padrino", Mosco Levi Boucault ha spiegato che il suo desiderio di indagare sulla famiglia mafiosa è nato da una conversazione con il direttore della polizia giudiziaria di Palermo, Giuseppe Cucchiara, sul film di Francis Ford Coppola, "Il Padrino".

Aggiornato il 28 agosto 2019 alle 15.21

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