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Un pezzo di Palermo alla sfilata di Dolce&Gabbana: abiti rosa e nero all'uncinetto in passerella a Siracusa

A realizzare i dettagli sartoriali per il decennale del brand di Alta Moda, la storica merceria Gullo Filati. Rose, croci, foglie e rosoni fatti rigorosamente a mano grazie anche al supporto di alcune clienti dopo la "chiamata alle armi" lanciata sui social: "Eravamo a corto di mani sapienti, ma grazie al loro aiuto siamo riusciti a consegnare tutto in tempo"

C'era anche un pezzo di Palermo, anzi duecento pezzi realizzati all'uncinetto, alla sfilata all'ombra dei putti barocchi del Duomo di Siracusa, per il decennale del brand di Alta Moda di Dolce&Gabbana. 

La tendenza sposa la tradizione e la sartoria locale. Nella culla della Magna Grecia, in passerella a Ortigia con star internazionali come la cantante Mariah Carrey, le attrici Helen Mirren, Sharon Stone, Monica Bellucci e Drew Barrymore e Kitty Spencer, modella e nipote di Lady Diana (tutte in mise firmate D&G, ovviamente), ha trovato luce anche l'artigianato palermitano. E chissà se solo per caso attraverso abiti rosa e nero, o se volutamente scelti dalla coppia di stilisti per rappresentare Palermo. Anche se il nero è stato il colore predominante della sfilata: "E' il colore dei colori - avevano detto Domenico Dolce e Stefano Gabbana -, nell'immaginario collettivo le donne siciliane vestono di nero: è sensuale ma anche mamma". 

E così due delle 106 modelle scelte dalla coppia di stilisti per sfoggiare le loro creazioni più belle sulla scalinata ricostruita accanto al monumento patrimonio dell'umanità, hanno indossato abiti minuziosamente costruiti a partire da rose, croci, foglie e rosoni realizzati dai palermitani Michele Carmicio, Michele Gullo, Daniela Pisciotta e Gabriele Accetta di Gullo Filati, la storica merceria di piazza Sant'Anna da poco trasferita in via Giusti. 

"Abbiamo creato pezzi all'uncinetto fatti rigorosamente a mano - raccontano i titolari a PalermoToday - estrapolati da prototipi commissionati dai due stilisti. Tutto è iniziato a novembre dell'anno scorso quando siamo andati al Metropol, il loro spazio polivalente, per proporre dei filati particolari. Loro avevano trattenuto un nostro campionario dicendoci che se ci fosse stata la possibilità di creare qualcosa all'uncinetto ci avrebbero contattati. Quando un mese e mezzo fa è arrivata quella chiamata non credevamo ai nostri occhi". 

Il lavoro è stato intenso e impegnativo. "Non abbiamo subito capito - aggiungono - la destinazione dei pezzi. Ma appena abbiamo intuito che si trattava del grande evento di Siracusa, ci siamo messi subito all'opera. Non è stato semplice. Eravamo a corto di mani sapienti per realizzare i pezzi, così abbiamo chiesto aiuto sui social e abbiamo subito avuto una grande risposta. Il tempo era davvero poco, basti pensare che per realizzare una sola croce servono dai due ai tre giorni, ma anche se i tempi erano davvero stretti, siamo riusciti a consegnare tutto in tempo". 

Davanti all'antico tempio dorico trasformato in chiesa, i loro dettagli sartoriali sono stati valorizzati da veli neri, elemento sensuale per eccellenza della donna siciliana, almeno secondo Dolce. "Quando ho visto - racconta ancora Michele Gullo - la sfilata su Instagram è stato molto emozionante, ammetto che è scesa anche qualche lacrima. Grazie di cuore a chi ha lavorato con noi". Ma le sorprese non finiscono qui. "Sappiamo che per ogni abito ne vengono prodotti due identici, uno va in sfilata e viene risposto poi al museo del Metropol, l'altro sarà venduto a qualche cliente. Chissà che non lo acquisti un'attrice o cantante famosa... sarebbe davvero una gioia immensa". 

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