Da Roma alla Sicilia in bici per aiutare i malati di moyamoya: "Palermo luogo simbolo di rinascita"
Jona Vitali e Michele Nervi, ciclisti bergamaschi di 25 e 23 anni, hanno percorso circa 1.100 chilometri, per far conoscere la patologia rara, raccogliere fondi sognando di regalare una speranza di futuro ai piccoli pazienti affetti dalla malattia. Il loro viaggio in sella alle due ruote si è concluso in via D'Amelio
Da Roma a Palermo in bici a scopo benefico. L'obiettivo di Jona Vitali e Michele Nervi, due ciclisti bergamaschi di 25 e 23 anni, è aiutare l'associazione "Gli amici del moyamoya", una malattia rara e poco conosciuta che causa l'ostruzione delle arterie della corteccia cerebrale, raccogliendo fondi per il progetto "La casa di Monica", una struttura che si trova vicino all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo dotata di due appartamenti nei quali vengono ospitati gratuitamente i pazienti affetti da moyamoya e i loro parenti che raggiungono la città lombarda per fare interventi chirurgici, riabilitazione post intervento o visite di controllo periodiche.
"Abbiamo intrapreso questo viaggio - racconta Michele Nervi a PalermoToday - per pagare le bollette dell'acqua, della luce e sostenere tutte le spese vive della struttura che si trova vicino al centro d'eccellenza per la malattia. Lo abbiamo fatto perchè conosciamo Giusy Rossi, il presidente e sappiamo lo splendido lavoro che fa attraverso la sua associazione". Jona Vitali e Michele Nervi sono due consiglieri comunali di Scanzorosciate, in provincia di Bergamo appassionati di ciclismo. "L'anno scorso - continua il ventitreenne - abbiamo pedalato da Bergamo a Roma per il piacere di farlo, quest'anno abbiamo completato l'Italia raggiungendo Palermo, un luogo simbolo di rinascita non solo per la Sicilia ma per l'Italia intera che rimarrà sempre nel mio cuore. Lo abbiamo fatto con un obiettivo ambizioso, quello di regalare un sorriso alle famiglia dei malati e ai malati stessi e dargli una speranza di futuro. Questo mi ha fatto provare grandi emozioni".
I due giovani ciclisti il primo settembre sono partiti dalla Capitale a bordo delle loro due ruote e a forza di pedalare, con una media di 110 chilometri al giorno, passando per Napoli, Sant'Antonio Abate-Pisciotta, Salerno, Sapri, Paola-Nicotera, Tropea, Villa San Giovanni, Messina e Sant'Agata di Militello-Cefalù, lo scorso venerdì hanno raggiunto Palermo dove hanno fatto tappa in via D'Amelio. "Emanuela, Agostino, Walter, Vincenzo, Claudio. L'arrivo a Palermo - scrive Michele Nervi nel post che accompagna la foto che lo immortala sul luogo della strage insieme al compagno di avventura Jona - è per voi. La scorta deceduta nella strage di via d'Amelio il 19 luglio 1992. Scortare e proteggere un amico, una bandiera per beneficenza, un ideale. Scegliere di dare significato con il cuore anche a questo pezzetto di viaggio. I pensieri sono tantissimi, le parole mi verranno. Ci sarà il tempo dei dati, dei ricordi e di tutto. Insegnami da qualunque posto tu sia, Paolo, il tuo senso dello Stato, di giustizia e di lotta".
Jona Vitali e Michele Nervi hanno fatto circa 1.100 chilometri per un'ideale, quello di aiutare coloro che sono affetti dal moyamoya e i loro familiari. Tra questi c'è Claudia, la figlia di Francesco, messinese che li ha accolti una volta che hanno varcato lo Stretto e raggiunto la Sicilia. "Aveva sette anni - racconta Nervi - quando le hanno diagnosticato la malattia. E' stata operata a Bergamo due volte. E da sette anni sta bene. I controlli vanno bene". Se riscontrata da piccoli la malattia è curabile. "Si interviene in tempo per mettere una sorta di bypass che permette - spiega il ciclista - ai coauguli di sangue che si formano nel cervello di defluire. E' quindi importante che venga diagnosticata presto. Il giro che abbiamo fatto - conclude - ha anche lo scopo di sensibilizzare le persone e fare informazione sul moyamoya".