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Impegno per la tutela dei diritti umani: premio Rosa Parks a Roberta Lo Bianco

In piazza Mediterraneo, nel cuore di Ballarò, consegnato il riconoscimento alla psicologa e socia di Moltivolti

E' stato assegnato a Roberta Lo Bianco, 40 anni, psicologa e socia di Moltivolti SAS, il  Premio Rosa Parks 2023. La cerimonia, semplice e spontanea, si è svolta in piazza Mediterraneo, nel cuore di Ballarò, sorta dal lavoro di associazioni e residenti, nella quale campeggia il murale che raffigura George Floyd, il cittadino afroamericano ucciso a Minneapolis da un poliziotto.

Promosso dall’associazione Human Rights Youth Organization, il premio Rosa Parks è giunto alla settima edizione. “Negli Usa degli anni Cinquanta l’afroamericana Rosa Parks, con un gesto apparentemente semplice, ha dato vita a reazioni sociali e politiche dirompenti.  A lei continuiamo a rendere omaggio conferendo, ogni anno, un premio a una donna impegnata nella tutela dei diritti umani – spiega il presidente di Hryo, Marco Farina -. Quest’anno abbiamo scelto di conferire il premio a Roberta Lo Bianco perché è una formatrice e facilitatrice appassionata di intercultura e lavoro sociale con i giovani, in particolare giovani con poche opportunità, impegnata in progetti che motivano gruppi a riflessioni più approfondite di sé e a relazioni scevre il più possibile da pregiudizi e stereotipi. In questo senso, riteniamo che incarni perfettamente il senso del nostro premio".

"Quando mi si chiede che lavoro faccio – dice Roberta Lo Bianco - dico sempre che il mio lavoro è avvicinare persone, organizzare momenti e spazi di incontro. Ho una formazione in psicologia clinica e sono specializzata nel supporto psicologico ai pazienti con patologie organiche.  Dopo anni di volontariato, ed esperienze in giro per il mondo, mi sono resa conto di quante persone con background diversi, lingue, religioni, tradizioni diverse abitassero a Palermo. E che queste altre culture, religioni, modi di vivere e consuetudini fossero tutte presenti e tutte con uguale valore, e che questo poteva trovare rispecchiamenti o spingere a cercare di capirne le differenze. Ho smesso di pensare, già da allora, che il paradigma occidentale fosse quello sempre più avanzato, progressista e autoreferenziale".
 

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