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Dopo un anno di stop torna il premio dedicato al beato Pino Puglisi: edizione nel ricordo di Attanasio e Iacovacci

La cerimonia si terrà il prossimo 5 dicembre al Teatro Politeama. Sei i premiati scelti fra quanti si sono spesi a favore dei più deboli in attività sociali e di beneficenza

Dopo un anno di interruzione dovuta all’emergenza Covid, torna il premio internazionale dedicato al beato padre Pino Puglisi, sostenuto dall'Arcidiocesi di Palermo. L'edizione numero sedici arriva a ventotto anni dalla morte del parroco di Brancaccio, avvenuta per mano della mafia il 15 settembre del 1993, ed è dedicata al dialogo tra i popoli e alla collaborazione internazionale, nel particolare ricordo dell’ambasciatore italiano Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci, uccisi in Congo il 10 maggio scorso. E' organizzata dall’Arcidiocesi di Palermo, in collaborazione con l’associazione Giovani 2017 3P Onlus, presieduta da Gemma Ocello.

La cerimonia si terrà il prossimo 5 dicembre al Teatro Politeama. La giuria (nella foto in basso), presieduta dall’Arcivescovo Corrado Lorefice, è composta anche da Vincenzo Bagarello, Don Antonio Garau, Ignazio Garsia, Gemma Ocello, Francesco Panasci e Roberto Gueli. "Attendiamo di portare sul palco la nuova edizione del premio post pandemia con l’amore, la responsabilità e la determinazione di sempre - spiega Don Antonio Garau - proprio perché incaricati direttamente dall’Arcivescovo Lorefice, sia io come suo delegato che Gemma Ocello, in quanto presidente dell’associazione Giovani 2017 3P Onlus. Il nostro impegno  - continua Don Garau –  è guardare al sociale curandoci degli ultimi nel ricordo del beato Puglisi come sacerdote che ha lottato contro la mafia e la cui morte non ha comunque interrotto il suo messaggio di semplicità, legalità e pace".

Sei i premiati scelti fra quanti si sono spesi a favore dei più deboli in attività sociali e di beneficenza. A ricevere il riconoscimento l'operatrice del Centro orientamento e tutorato dell’Ateneo di Palermo, Furaha Nzirirane; Sigfrido Ranucci, giornalista, conduttore della trasmissione Report su Rai 3; Giuseppe Bungaro, ventenne Alfiere della Repubblica; Cristina Cattaneo, ordinaria presso l’Università degli Studi di Milano; Benedetta La Motta, medico chirurgo e Tiziana Ronzio, fondatrice dell’Associazione Tor più Bella.

Prenderà parte alla serata, presentata da Roberto Gueli, anche Rino Martinez, cantautore, messaggero di pace Unicef, già insignito del Premio Puglisi, che prosegue il suo impegno a favore delle popolazioni africane. Sarà possibile seguire l’evento in diretta streaming sulla pagina Facebook dell'evento. Il progetto del Premio internazionale, ideato da Don Antonio Garau, è cresciuto in questi anni anche grazie all’attenzione per i temi legati alla pace e alla legalità, fino ad affermarsi anche al di là dei confini nazionali. Da cinque anni la direzione artistica e di produzione è affidata a Francesco Panasci di Panastudio Gruppo Editoriale, che ha contribuito a rendere questo appuntamento annuale più coinvolgente dal punto di vista mediatico e di produzione grazie anche al coinvolgimento di personalità del mondo dello spettacolo, della musica, dell’arte e della cultura.

Padre Puglisi, 28 anni fa l'omicidio del prete che lottava contro la mafia

Come ha già ricordato l’arcivescovo Corrado Lorefice, che questa sera alle 18 nella Cattedrale ricorderà il martirio del parroco di Brancaccio durante una celebrazione eucaristica, "il motto di don Puglisi, di chiara e fresca ispirazione evangelica, era 'Per Cristo a tempo pieno… sì, ma verso dove... dare la vita per i propri amici'. I Santi, i martiri non sono degli eroi, ma uomini e donne che hanno preso sul serio le parole di Gesù 'perché nessuno vada perduto' e per questo sono capaci di 'rimanere sul campo' uniti a Cristo che dà la vita per amore. Questa è la vita cristiana, questo è stato l’esempio del beato Puglisi: stare presso la Croce e cioè dalla parte dell’amore sconfinato, praticare il comandamento dell’amore seguendo fino alla Croce le tracce di Gesù. 'Il discepolo di Cristo – sono parole di don Pino ‒ è un testimone. La testimonianza cristiana va incontro a difficoltà, può diventare martirio. Il passo è breve, anzi è proprio il martirio che dà valore alla testimonianza'. La testimonianza dei martiri della fede e della giustizia deve continuare la sua corsa attraverso le nostre mani e i nostri piedi animati da un cuore abitato dall’amore, disposto sempre al martirio nello spirito. Mossi dall’amore per il Signore non ci stancheremo di porre i segni della carità a partire dai più piccoli e dai più deboli".

Al dialogo e alla collaborazione tra gli esseri umani attraverso il Vangelo il beato Puglisi ha dedicato la sua vita, indicando soprattutto ai giovani che una strada di convivenza pacifica è possibile. 


 

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