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VIDEO | Il lockdown, le balate della Vucciria e i bimbi di periferia che non conoscono il mare: il romanzo di Giada Lo Porto

Dopo "La tua impronta su di me", nel suo secondo libro la giornalista ha voluto raccontare le difficoltà vissute da tutti durante l'emergenza sanitaria e in particolare da Andrea, medico in prima linea all'ospedale Cervello

C'è il centro storico di Palermo ma anche il Cep e Bonagia, quartiere in cui Giada è nata e cresciuta. C'è l'emergenza sanitaria, vissuta in prima linea da medici e operatori sanitari che a marzo hanno dovuto combattere il virus spesso senza dispositivi di protezione adeguati. Ci sono il lockdown, il chioscho di Vergine Maria e le balate della Vucciria che per la prima volta si sono asciugate senza la movida scanzonata. I sorrisi tra le difficoltà dei bimbi di Boccadifalco e i giochi improvvisati dai piccoli della periferia che non conoscono neppure il mare. E soprattutto una storia d'affetto e d'amore lunga vent'anni, che dovrà affrontare anche la malattia. Questo e tanto altro in "Portami ancora al mare", il secondo libro della giornalista che, per l'occasione, si è messa nei panni di un uomo, Andrea, tra le corsie dell'ospedale Cervello...

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