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La "scattata" verso l'olimpo Slow Food, il dolce tipico di Alia vuole diventare presidio

Dolce a base di mandorle, tramandato da generazioni, è stato votato a maggioranza tra i progetti di democrazia partecipativa. Col riconoscimento si punta al rilancio economico e turistico del paese. La comunità terre di Kokalos entra nella "famiglia" Slow Food

E' iniziato con una spinta dal basso il percorso di riconoscimento del presidio Slow Food della "scattata" di Alia, dolce a base di mandorle che in paese si tramanda da generazioni. Gli aliesi lo hanno infatti votato a maggioranza (148 preferenze su 293 votanti) tra i progetti di democrazia partecipativa proposti al Comune. 

L’esito della consultazione popolare, avvenuta lo scorso 5 agosto, rappresenta una svolta per la salvaguardia di un prodotto della tradizione, nell'ambito di un obiettivo più vasto, che è quello del rilancio in chiave economica e turistica di Alia: piccolo centro di 3mila abitanti incastonato tra il versante occidentale delle Madonie e la valle del Torto e dei Feudi. 

Il comitato per i festeggiamenti di Santa Rosalia, soggetto che ha presentato l’idea progettuale del presidio Slow Food, punta a creare attorno al dolce un segmento produttivo che va dalla coltivazione delle mandorle alla trasformazione e alla commercializzazione del prodotto finito. Il percorso a tappe verso il riconoscimento è arrivato ad uno snodo intermedio: l’ingresso nella rete di Slow Food della comunità di giovani di Alia che stanno portando avanti la valorizzazione delle terre di Kokalos, regno e roccaforte di uno dei re sicani (Cocalo) che - secondo la mitologia greca - diede rifugio a Dedalo quando fuggì insieme a suo figlio Icaro dal labirinto di Minosse.

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Ed è proprio nel territorio in cui sorgono da millenni le Grotte della Gurfa, monumento di architettura rupestre ancora avvolto nel mistero (era o no la tomba del re cretese Minosse?), che un gruppo di giovani vuole mettere assieme radici e ali. Nella convinzione - come scrive il fondatore di Slow Food Carlo Petrini, nella sua lettera di benvenuto al portavoce e ai membri della comunità terre di Kokalos - "che il cibo rappresenti uno strumento di cambiamento potentissimo". 

Quel cambiamento a parole sbandierato dai tanti amministratori locali che negli anni hanno governato il paese, ma nei fatti irrealizzato. Con il risultato che Alia, tra i Comuni del comprensorio, è quello che non ha ancora trovato una sua chiara identità. A cambiare rotta adesso ci provano le forze sane - e più giovani - di una comunità che non vuole arrendersi all'emarginazione infrastrutturale e all'emigrazione forzata, ma vuole ripartire dall'agricoltura di qualità e dai prodotti a Km0.

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“In un momento storico così difficile come quello che stiamo vivendo - scrive ancora Carlo Petrini - non vi è migliore soluzione ai tanti problemi che ciascuno di noi si trova a fronteggiare che unire le forze e aiutarsi reciprocamente”. Ecco perché un dolce semplice (mandorle tostate, con un pizzico di zucchero e un po' d'acqua) che narra il passato, la "scattata", può diventare il punto di partenza per scrivere il futuro.

"Un'opportunità di crescita - spiega Gaetano Siragusa, portavoce della comunità Slow Food terre di Kokalos - per i produttori locali e per i giovani che vivono il territorio, nel rispetto dei principi di Slow Food: buono, pulito e giusto. Una sana alimentazione passa da materie prime di qualità e da un'agricoltura che abbia un impatto sostenibile per l'ambiente. Senza dimenticare le ricadute sulla nostra comunità e sul nostro tessuto economico, che necessita di uno shock positivo per essere rilanciato". 

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