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Ospedale Buccheri, dieci pazienti usciti dal coma portano in scena "U’ Santu e U’ Russu”

Da circa un anno stanno preparando lo spettacolo. L’ingresso è libero, si può lasciare un’offerta che verrà devoluta al Centro di accoglienza Beato Padre Olallo. Il superiore del nosocomio: "Un momento di svago per i pazienti ma anche l’occasione per fare emergere la bellezza della differenza"

Dieci pazienti, affetti da gravi cerebrolesioni acquisite, che hanno vissuto l’esperienza del coma, porteranno in scena “U’ Santu e U’ Russu”. Lo spettacolo teatrale si svolgerà nell’aula polifunzionale dell’Ospedale Buccheri La Ferla venerdì alle 21. Saranno gli attori, i costumisti e sotto molti punti di vista anche i registi, mentre gli scenografi saranno i pazienti inseriti nell’ambulatorio riabilitativo di arte terapia. E’ un importante appuntamento per arricchire il percorso riabilitativo. Le prove dello spettacolo durano da circa un anno. La serata sarà aperta con l’esibizione di un gruppo di pazienti che frequentano l’ambulatorio di tangoterapia (affetti da diverse patologie: parkinson, emiplegia, ictus). L’ingresso è libero, si può lasciare un’offerta che verrà devoluta al Centro di accoglienza Beato Padre Olallo.  

La rappresentazione teatrale nasce come laboratorio all’interno dell’ambulatorio di gravi cerebrolesioni che afferisce all’Unità operativa di riabilitazione dell’Ospedale Buccheri La Ferla Fatebenefratelli, diretta da Giorgio Mandalà. L’ambulatorio è costituito da un’equipe multidisciplinare composta da una fisioterapista,  Adriana Di Gangi, da una neuropsicologa, Simona Ficile e da una logopedista, Maria Rosa Molene. Il laboratorio di teatro prevede sedute di gruppo di riabilitazione motoria, neuropsicologica e logopedica, la lettura, l’apprendimento e la recitazione di un copione di gruppo e la terapia occupazionale con l’obiettivo ultimo dell’allestimento della scenografia.

“Iniziative come questa – dichiara Fra Alberto Angeletti, il superiore dell’Ospedale –  risultano di grande valore umano, educativo e sociale. Il Teatro per i pazienti rappresenta sia l’opportunità di fruire di momenti di svago che l’occasione per fare emergere tutta la bellezza della differenza, in uno scenario che rivendica la necessità dell’integrazione”.

La finalità dei laboratori creativi è quella di accrescere il benessere e la qualità della vita della persona colpita da grave cerebrolesione acquisita, agendo favorevolmente sulla componente motoria, cognitiva ed emotivo relazionale attraverso il canale figurativo ed espressivo. In questo modo, si offrono nuove esperienze motorie e psicomotorie meglio accettate dai pazienti  al fine di aumentare la loro tolleranza e partecipazione a trattamenti riabilitativi spesso lunghi e impegnativi. Il laboratorio permette a queste persone di mettersi in gioco e implica un impegno fisico e mentale spesso molto faticoso. 

“Il teatro per i pazienti con gravi disabilità a causa di cerebrolesioni acquisite che hanno avuto un periodo di coma più o meno prolungato – spiega Giorgio Mandalà – si è già rivelato uno strumento importante di riabilitazione contribuendo al recupero e alla progressiva crescita delle abilità motorie, cognitive e relazionali residue. Il teatro per i pazienti può diventare un’esperienza di vita da coltivare anche al di fuori dell’ambiente ospedaliero. Con questo laboratorio, una realtà presente a Palermo già dal 2015 intendiamo offrire all’interno del territorio servizi alternativi che possano fornire un percorso riabilitativo efficace da affiancare a quello tradizionale. I pazienti inseriti nell’ambulatorio, rimangono in cura per anni. Riescono a fare molti progressi e a  migliorare nelle performance motoria, nel linguaggio e nella capacità di stare più a lungo in scena. L’aspetto principale di questo laboratorio è l’elemento della socializzazione tra persone che hanno vissuto la stessa esperienza in un contesto che sia al tempo stesso riabilitativo e ludico. La finalità ultima è pertanto la completa riabilitazione delle persone, non soltanto nelle loro abilità motorie, comunicative (linguistiche e non) e cognitive, ma soprattutto nelle abilità di reinserimento familiare, sociale e, quando possibile, lavorativo, affinché possano tornare ad avere un ruolo nella società che soddisfi la loro aspettativa per una soddisfacente qualità della vita. Quest’aspetto è stato riconosciuto come valorizzazione dell’umanizzazione delle cure anche da parte dell’Assessorato alla salute della Regione Sicilia che ha finanziato all’Ospedale un progetto per il  laboratorio di teatro, di arte terapia (tangoterapia),  di bioenergetica e attività di gruppo per il Morbo di Parkinson”.      

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