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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Legambiente "Bagheria e dintorni" chiede la demolizione dell'ecomostro del Sarello

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

La settimana scorsa Legambiente Bagheria ha ulteriormente sollecitato con nota indirizzata agli uffici comunali, al sindaco e sempre alla Procura della Repubblica ed agli uffici regionali preposti alla tutela del paesaggio, la richiesta di EMISSIONE DELL’ORDINANZA DI DEMOLIZIONE quale atto consequenziale alla nota del 27.06.2018 prot. 45694 di DINIEGO dell’istanza di Condono per l’ ECOMOSTRO zona Sarello presentata dalla Società “Nuova Poseidonia s.r.l. Già nell’estate scorsa l’associazione ambientalista ha presentato un esposto dove venivano evidenziati possibili ritardi da parte degli uffici comunali, ovvero l’arenarsi del procedimento relativo al DINIEGO dell’istanza di Condono. Adesso LEGAMBIENTE chiede – senza alcuna deroga - l’emissione dell’Ordinanza di Demolizione delle parti abusive dell’immobile ormai da tempo definito come ECOMOSTRO.

Il presidente Tanghetti sostiene di aver preso visione il 21/9/2020 presso la Soprintendenza di tutti gli atti inerenti la pratica di richiesta di sanatoria visto che l’accesso agli atti non è mai stato consentito presso il Comune di Bagheria (nota di diniego a firma dell’arch Piazza del 29/08/2019). E’ incomprensibile afferma Tanghetti come mai la soc Poseidonia abbia inoltrato alla Soprintendenza, soltanto in data 12/11/2019 prot. 17095, la “Richiesta di autorizzazione paesaggistica e definizione iter per la Sanatoria art 40 coma 6 L.47/85 su piccole porzioni di immobile esistenti ante 1976. Non si comprende come mai la richiesta di sanatoria inoltrata al Comune di Bagheria il 13/02/2018 non sia stata contestualmente inoltrata alla Soprintendenza, dove soltanto in data 19/11/2019 prot 17095 (dopo ben 21 mesi) viene inoltrata come richiesta per “definizione iter di sanatoria”; sanatoria diniegata dal Comune di Bagheria il 27.06.2018 con nota prot. 45694 Sembra incomprensibile inoltre il fatto che il Comune di Bagheria non abbia comunicato il diniego della Sanatoria alla Soprintendenza. La sanatoria per questo immobile è stata dinegata ben due volte: la prima volta il 20/11/2005 (a seguito di istanza di Condono ai sensi della L.R 47/85 con prot. 35445 P.C. 4008/C ), la seconda volta il 27.06.2018 prot. 45694 (a seguito di istanza di sanatoria ai sensi dell’art.40 comma 6 L.47/85 P.C.1607/n.c.e) ai DUE DINIEGHI non è mai scaturito L’ATTO CONSEQUENZIALE DELL’ORDINANZA DI DEMOLIZIONE.

Non riteniamo – afferma Tanghetti- che siano ancora validi i termini di richiesta di sanatoria sottesi sia all’articolo 40 comma 6 della legge 47/85 che all’articolo 46 comma 5 del T.U. dell’edilizia, approvato con il D.P.R. 6 giugno 2001 n. 380 [7] (ex art. 17 legge 47/85), della richiesta del 19/11/2019 prot 17095 effettuata alla Soprintendenza. Infatti, il termine perentorio per la richiesta di sanatoria ai sensi dell’art40 comma 6 della legge 47/85 è di 120 giorni dall’immissione in possesso dell’immobile a seguito di asta giudiziaria. Ricordiamo che la gara per ’aggiudicazione dell’immobile alla Soc Poseidonia si è svolta nel maggio 2017 ed è plausibile ritenere che l’immissione in possesso non sia avvenuta oltre l’ottobre 2017 (sentenza Cons. Stato, sez, IV, 25 novembre 2013, n. 5598, il termine di 120 giorni per la presentazione della speciale sanatoria ex art. 40 Legge n. 47/85 di immobili abusivi aggiudicati o assegnati a seguito di procedure esecutive immobiliari, individuali o concorsuali non può che decorrere dalla effettiva conoscenza dell’abuso coincidente con la immissione in possesso dell’immobile oggetto di trasferimento). Per quanto sopra c’è da chiedersi se alla data 19/11/2019 la soc Poseidona poteva richiedere la definizione iter per la Sanatoria art 40 comma 6 L.47/85 su piccole porzioni di immobile esistenti ante 1976”, secondo noi – ribadisce Tanghetti i termini non ci sono più e forse i proprietari dell’ecomostro confidavano nel fatto che nessuno sarebbe andato a verificare i termini previsti per la presentazione di sanatorie per immobili aggiudicati all’asta, termini per i quali il termine risulta essere di 120 giorni.

Infine si chiederà alla procura che a seguito dell’avvio del procedimento nomini dei periti per la verifica delle dichiarazioni fatte nel progetto che le “piccole porzioni di immobile” abbiano una superficie che produce solo intorno ai 500 metri cubi di edificato, avendo preso visione in Soprintendenza del progetto originario, certamente possiamo affermare che il conteggio non risulta plausibilmente coerente. Quindi conclude Tanghetti, non si può più derogare considerato il duplice diniego a domande di sanatoria da parte degli Uffici comunali, rimane incomprensibile tecnicamente ed amministrativamente, il perché gli uffici comunali non abbiano emesso l’ordinanza di demolizione come fatto per altre decine di immobili presente sulla fascia di 150 mt dalla battigia.

Abbiamo assistito – ribadisce il presidente di Legambiente- al preannunziato trasferimento della dirigente arch Maria Piazza ad altro servizio, per motivazioni legate alla normativa sulla rotazione obbligatoria dei dirigenti, ma non ci rimane che constatare che non ha emesso nessun atto consequenziale al suo diniego di sanatoria. Cogliamo l’occasione per ribadire che chiederemo chiarezza sulle logiche e metodologie nell’emissione delle ordinanze di demolizione ad oggi perché queste informazioni le attendono numerosissimi cittadini e pertanto siamo disposti a fare una petizione per la richiesta di chiarimenti. Una volta assunti i dovuti chiarimenti sui criteri nell’emissione delle ordinanze di demolizione relative agli immobili entro i 150 mt dalla battigia, conclude Tanghetti chiederemo alle autorità competenti di verificare eventuali omissioni per la mancata emissione della ordinanza di demolizione per l’Ecomostro. Auspichiamo infine un immediato riscontro sull’emissione in tempi brevissimi dell’ordinanza di demolizione per le parti abusive dell’ecomostro – soprattutto quelle insistenti sul demanio marittimo- in modo che si possa provvedere al decoroso ripristino della spiaggia del Sarello da restituire alla pubblica fruizione come bene di grande valenza paesaggistica.

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