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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Mostra del cinema di Venezia, il film di Maresco vince il premio speciale della giuria

Il regista palermitano de “La mafia non è più quella di una volta”, docufiction con protagonisti la fotografa Letizia Battaglia e l’impresario di cantanti neomelodici Ciccio Mira, diserta il festival. Ritira il riconoscimento il produttore Rean Mazzone

Il film di Franco Maresco, “La mafia non è più quella di una volta”, vince il premio speciale della Giuria alla 76/a Mostra del cinema di Venezia. A ritirarlo, al posto del regista palermitano che non si è presentato al Festival, il produttore Rean Mazzone: "Voglio ribadire il mio netto 'no' a qualsiasi tipo di censura. Un grazie da parte di Franco Maresco che non è qui oggi a ritirare il premio. Un applauso per Franco". "Franco non è venuto per motivi privati - aveva spiegato precedentemente Mazzone - lui rifugge la platea, non si sente a suo agio e dorme troppo poco. È abituato a parlare e a sfogare i suoi malesseri con i suoi lavori".

Presente al Lido anche la fotografa Letizia Battaglia, protagonista del film insieme a Ciccio Mira, l’impresario di cantanti neomelodici già protagonista di “Belluscone”. "Lui è uno che snobba tutti quanti - ha aggiunto la Battaglia - Lo amo moltissimo e quindi ho detto: questo film lo faccio anche se non mi sento adeguata. Ho sposato il suo progetto ma ho le mie idee. E non sono d'accordo su certe cose del film. Forse è un po' troppo lungo ma mi piace la voce di Maresco e mi piace sia feroce".

"Ho raccontato agli altri giurati chi è Maresco, chi è Letizia Battaglia e di Falcone e Borsellino", ha detto Paolo Virzì, giurato di Venezia76 rispondendo alle domande sul premio a "La mafia non è più quella di una volta". "Non crediate che ci sia stata la battaglia solitaria di un italiano che sosteneva un suo collega. Tutti hanno apprezzato il film, anche se con sfumature diverse. Il voto non è stato unanime ma l'unanimità - ha concluso - è noiosa, mentre la dialettica porta a un arricchimento".

locandina film maresco-2"Il premio al film di Franco Maresco va al suo linguaggio narrativo - ha commentato in una nota Roberto Cicutto, presidente e amministratore delegato Istituto Luce-Cinecittà - che non è fatto solo di scrittura ma di sapiente mescolanza di generi diversi: cinema della realtà, capacità drammaturgica di tenere alta l'attenzione del pubblico, uso sapiente di personaggi e situazioni apparentemente surreali. Tutti elementi di cinema che Luce-Cinecittà tiene in grande considerazione nel racconto della realtà italiana. Letizia Battaglia ha regalato al cinema e a tutti noi un raro esempio di lucida determinazione libera da ogni condizionamento nell'affermare le ragioni della sua militanza contro la mafia. Siamo lieti che il loro lavoro abbia trovato un forte riconoscimento da parte della giuria veneziana".

Il lavoro di Maresco, una docufiction nello stile dei precedenti lavori del regista palermitano, ruota tutta intorno alla fatica che ancora molti palermitani fanno a dichiarare la loro distanza dalla mafia e all'omertà che regna sovrana e nel dare conto ad un certo punto della sentenza del processo sulla cosiddetta 'trattativa' Stato-mafia sottolinea il silenzio sull'argomento di Mattarella. Il fatto non è passato inosservato, anzi. Il consigliere per la stampa e la comunicazione del Presidente della Repubblica dopo la proiezione è intervenuto con una nota per commentarlo: “Tra le cose che il Presidente della Repubblica non può fare vi è, ovviamente, quella di commentare i processi e le sentenze della Magistratura”.

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"La cosa che viene evidenziata è che Mattarella non abbia fatto un intervento. Ma non c'è nessuna polemica contro Mattarella. A meno che non la inventiate voi. Mattarella è una persone perbene ma non ci fu un suo intervento. Nel film si dice solo questo”, ha precisato il produttore. "Mattarella non c'entra per niente, è una persona perbene, è un buon presidente. Io non so perché non prese parola, forse non voleva entrare in polemica", ha aggiunto Letizia Battaglia. La fotografa parla poi del cambiamento della mafia: "Oggi c'è una mafia elegante e profumata, che va nei college in Svizzera. I boss un tempo non si godevano la vita. Ora sono ovunque. Hanno fatto una trattativa con lo Stato che ha funzionato e non ci hanno ammazzato più. Oggi si dedicano agli hotel fatti con i soldi del riciclaggio, complice una società di merda che si droga. E certamente - conclude - il colpevole non è solo quel povero cretino di Ciccio Mira".

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