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Martedì, 19 Marzo 2024
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Eleonora Abbagnato: "La madre biologica delle altre mie due figlie? Aveva altro da fare..."

L’étoile si racconta in un'intervista al Corriere della Sera. "Cosa mi colpì di Federico Balzaretti? Una lettera, quando morì mia nonna paterna". Dal 2015 è direttrice del corpo di ballo dell’Opera di Roma: "Ho ricevuto lettere anonime. Una di queste diceva: liberiamoci della mafiosa siciliana"

"Com’è entrata la danza nella mia vita? Mamma aveva un negozio d’abbigliamento a Palermo e non avendo dove lasciarmi, al piano di sopra c’era la scuola di danza di Marisa Benassai, mi lasciava lì. A 4 anni ero già attaccata alla sbarra". Eleonora Abbagnato, 45 anni a giugno, si racconta in una bella intervista al Corriere della Sera. Una chiacchierata in cui c'è tutto: passato, presente e futuro. 

"A 10 anni - ha raccontato - ho iniziato uno stage importante a Montecarlo, all’epoca era una grande scuola, frequentata da Nureyev. Poco dopo Marisa mi disse che a Palermo veniva Roland Petit, il grande coreografo, per La Bella Addormentata. Cercava una bambina. A 14 anni sono entrata alla scuola dell’Opéra di Parigi. Unica italiana. Il livello era molto alto, la direttrice, Claude Bessy, mi disse, vediamo se resisti. Fu Carla Fracci a incoraggiarmi a studiare fuori. Se ho sofferto la solitudine? Sì certo, sono partita col cartellino col mio nome appeso al collo. Ma piangevo soltanto quando la sera non riuscivo a parlare al telefono con mia madre. Non c’erano i cellulari. Ricordo come fosse oggi la cabina telefonica. Io ero socievole, chiacchieravo con le altre allieve, mi attardavo nei corridoi. Così ero sempre l’ultima in fila indiana davanti alla cabina. E non riuscivo sempre a telefonare. Alle nove di sera dovevamo spegnere la luce, tutte a dormire. Quando racconto la vita che facevo ai miei figli, paragono la scuola dell’Opéra di Parigi a un collegio, che non va vissuto come una punizione. Io ho dei ricordi splendidi".

Dal 2015 l'etoile è direttrice del corpo di ballo dell’Opera di Roma. "All’Opera di Roma ho ricevuto lettere anonime - ha rivelato -. Poi ho avuto minacce di morte nei giorni in cui, usando dell’acido, bruciarono la faccia del direttore del Bolshoi. Non ero a Mosca ma ne rimasi emotivamente provata. Quando ero étoile a Parigi arrivò una lettera che diceva: liberiamoci della mafiosa siciliana".

Eleonora Abbagnato il 13 giugno 2011 si è sposata con il calciatore Federico Balzaretti nella Cappella Palatina del Palazzo dei Normanni di Palermo. Nel 2012 è diventata madre di Julia, nata a Palermo. Tre anni dopo è diventata mamma per la seconda volta di Gabriel, nato a Roma. Vive a Roma. Con lei ci sono pure le due figlie che Federico Balzaretti ha avuto nel primo matrimonio. Lucrezia ha 17 anni e Ginevra 14. "Di Lucrezia e Ginevra non sono la mamma ma le ho cresciute io - ha detto Eleonora Abbagnato -. E' una storia particolare, Federico ha avuto l’affidamento esclusivo. La loro mamma biologica? Aveva altro da fare. Le amo, è come se fossero figlie mie. Ma se non studiano mi arrabbio, se si comportano male le sgrido e tolgo il cellulare. La piccola mi chiama mamma, la grande mi chiama Ele. Aveva un anno e mezzo quando l’ho vista la prima volta".

Poi sulla storia con Federico Balzaretti. "Abbiamo gli stessi valori - ha detto - è un uomo d’altri tempi, ma lui per temperamento è più riservato, io sono ordinata in maniera ossessiva. Se qualcuno mi sposta un oggetto vado fuori di testa, i vestiti nei cassetti sono disposti per colore, il rosso col rosso e via dicendo. Sono maniacale anche nelle docce: ne faccio tre al giorno. Il primo incontro è avvenuto a cena da me a Palermo, c’era anche mio padre. Ci siamo frequentati, dopo un anno mi ha chiesto la mano, nella mia casa di Parigi, a Montmartre. Aveva acceso non so quante candele. Io temevo che prendesse fuoco tutto. Ho detto subito sì, hai visto mai che non me lo chiedeva più. Cosa mi colpì di Federico? Una lettera. Quando morì mia nonna paterna, Eleonora, mi scrisse di capire la mia sofferenza, e che la famiglia era un punto fondamentale per lui. Ora fa il dirigente sportivo alla squadra di Vicenza, io vivo a Roma con i figli. Ci vediamo il fine settimana. Il problema è che non sono una che ama il telefono. Ci mandiamo tanti messaggi, anche per farci forza. Una situazione non facile". L'intervista si chiude con una domanda sul futuro. "Come mi vedo tra dieci anni? Mi è difficile pensare a una situazione senza un teatro".

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