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Coronavirus, Slai Cobas: "Giusto aiutare le neomamme e le donne in attesa"

catena di solidarietà in emergenza coronavirus

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

"In questi giorni abbiamo avuto segnalazioni e denuncia di mamme con neonati e donne incinta prossime al parto sulla difficoltà di reperire vestitini e articoli per i corredini, visto che i negozi che vendono questi articoli sono chiusi da marzo e anche i grandi supermercati che al loro interno vendono questi articoli oltre agli alimentari hanno il divieto di farlo, secondo sia i Dpcm che le ordinanze regionali. Questa mamme, donne lavoratrici ci hanno detto 'ma questi non sono beni essenziali? I bambini appena nati dovrebbero restare nudi?' Telefonare al Comune di Palermo? Non risponde mai nessuno!". E' quanto si legge in una nota dello Slai Cobas, che annuncia di avere attivato "una immediata catena solidale verso alcune mamme che non riuscivano a comprare tutine e vestitini per i loro bambini nati da alcuni giorni".

"Una catena che ha visto in particolare alcune lavoratrici, ma non solo anche lavoratori, professionisti, mobilitarsi, formando come una sorta di staffetta - ha detto una lavoratrice - per fare arrivare i vestitini alle mamme nel rispetto delle regole di sicurezza ma la ragione era più che legittima... Purtroppo anche i volontari che portano cibo o farmaci agli anziani, qui a Palermo vengono multati ingiustamente perchè in diversi casi si tratta di necessità basilari per la vita".

"Dopo una protesta anche telefonica verso le Istituzioni di Roma - si legge nella nota - abbiamo mandato nota come Lavoratrici Slai cobas sc a Roma e alla Regione Siciliana. Sarà come sarà, ma nell'ultimo decreto di ieri Conte ha inserito anche i negozi di abiti per neonati tra quelli che potranno riaprire".

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