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Giovedì, 28 Marzo 2024
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"Sofia e Bucarest più vivibili di Palermo", i malumori dei cittadini in un'indagine Censis

Il focus "Città, la crisi dell'abitare e la mappa dei disagi" promosso da Confcooperative Habitat e realizzato in collaborazione con Censis e Confcooperative svela i punti dolenti delle città italiane: solo il 7% dei palermitani è soddisfatto della pulizia

Città italiane a misura di cittadini? Sembrerebbe proprio di no dal momento che anche Sofia e Bucarest battono Roma, Napoli e Palermo in termini di giudizio dei cittadini su trasporti, pulizia e condizione delle strade. E non va meglio per la casa. Altro che "home sweet home", un incubo più che un sogno per almeno 1,6 milioni di famiglie in affitto sul mercato in difficoltà a sostenere le sole spese di affitto. Per non parlare dei 60.000 sfratti all'anno,ben 160 al giorno. La crisi inoltre ha ridotto fortemente le capacità reddituali sia degli under sia degli over 35. È quanto emerge dal focus "Città, la crisi dell'abitare e la mappa dei disagi" promosso da Confcooperative Habitat e realizzato in collaborazione con Censis e Confcooperative.

"Un disagio economico, sociale, amministrativo. È questo quanto ci consegna il focus Censis. Città che perdono qualità, giovani che non  trovano occupazione e non riescono ad affrancarsi dalle famiglie. Una crisi - dice Maurizio Gardini presidente di Confcooperative - che ha punto a fondo e relega ancora ampie fette di paese in un cono di difficoltà economica che genera rancore anche se alcune misure di contrasto alla povertà, a partire dal Reddito di Cittadinanza, dovrebbero favorire un miglioramento nel medio periodo".

"I dati emersi dal focus Censis, sottolinea Alessandro Maggioni - presidente di Confcooperative Habitat - sono indicativi di un malessere diffuso nelle nostre città". Proprio per ridare centralità all'abitare, alla persona,alle relazioni, aggiunge Maggioni, "abbiamo dato vita alla 'Carta dell'Habitat' ideata per Confcooperative da Giancarlo Consonni professore emerito di Urbanistica del Politecnico di Milano". Questi, spiega, "i punti distintivi polis, politica e habitat: un legame profondo; promuovere l'arte di abitare; perseguire un nuovo patto tra le generazioni; fare città nell'era delle metropoli; porre l'urbanità al centro delle relazioni; ridare centralità all'abitare; armare la città di convivenza civile; curare la capacità riproduttiva della terra; rafforzare la propensione inclusiva della città; rinnovare l'equilibrio fra dovere e dono con la bellezza civile".

A Roma solo 9 abitanti su 100 sono soddisfatti della pulizia, a Palermo solo il 7%, nessuno in Europa fa peggio. Il disagio sociale fa il paio con quello economico acuito dalla crisi iniziata nel 2009 e ancora non pienamente superata. E così nell'indagine 2016 sulla percezione della qualità della vita svolta presso i cittadini di un panel di città europee Roma, Napoli e Palermo vengono superate quanto a soddisfazione dei cittadini anche da Sofia e Bucarest.

L'abitare e la casa sono, dunque, al centro di una crisi molto forte, una crisi che ha origine nel sempre più difficile accesso al bene casa, specie nelle grandi aree urbane, da parte di segmenti consistenti della società, connotati da una precarietà reddituale e lavorativa. Ma che riguarda anche la bassa qualità dello spazio fisico e dei servizi di tante aree urbane del Paese, da cui deriva una diffusa insoddisfazione da parte dei cittadini. E che tocca i temi della convivenza sociale in una società complessa come quella attuale dove spesso si registrano e si alimentano tensioni piuttosto che lavorare sulle relazioni. È forte il desidero insoddisfatto di comunità (a 4 abitanti su 10 delle grandi città piacerebbe abitare in un quartiere dove le persone si conoscono e si frequentano) ma si prova disagio ad avere come vicino uno straniero. I grandi centri sono sempre meno luoghi adatti a creare legami e sempre più ambienti dove erigere muri o barriere invisibili, ma spesse.

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