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Giovedì, 25 Aprile 2024

Spasimo, l'altare del Gagini torna al suo antico splendore: fine del restauro entro gennaio | VIDEO

Dopo tanti anni dal suo ritrovamento, l'opera - fino a oggi smontata in circa 50 pezzi e custodita negli ambienti della Chiesa di Santa Maria dello Spasimo - torna al suo antico splendore. Oggi la presentazione dei lavori alla presenza del sindaco Orlando e dell'assessore alle Manutenzioni, Emilio Arcuri. 

Il progetto dell’altare di Antonello Gagini prevede il restauro degli elementi che lo compongono - con interventi di tipo conservativo - e la loro ricomposizione in una struttura temporanea per l’esposizione all’interno della Cappella Anzalone, posta in fondo alla navata sinistra della chiesa. I lavori, che avranno un costo di circa 130 mila euro, saranno affidati all'impresa Ati Giovanna Comes Restauro Opere d’Arte di Catania e Nuova Cogiter di Gela. Fine del restauro previsto per gli inizi di gennaio 2019.

Cenni storici

Nella Cappella Basilicò (fondo della navata destra della chiesa), in origine dal 1519 e fino al 1573, furono collocate l’edicola commissionata al Gagini e la tavola di Raffaello Sanzio denominata “Spasimo di Sicilia” pervenuta definitivamente alla Corona di Spagna nel 1661. Successivamente, in occasione di alcuni trasferimenti in altre sedi, l’edicola è stata associata ad ulteriori manufatti decorativi attribuiti ad Angelo Italia (decorazioni e mensa con volute e ghirlande) e a Giosuè Durante (decorazioni del 1782).

Le mutate condizioni residenziali dei Padri Olivetani alla fine del sec. XVI determinarono un primo spostamento dell’Altare nella Chiesa di Santo Spirito dove rimase fino al 1782, anno in cui fu smontato e trasferito nella Chiesa di Santa Maria della Grotta, al Collegio Massimo della Compagnia di Gesù, con grave perdita di elementi e aggiunte e adattamenti del Durante (viene aggiunto anche il rilievo marmoreo di San Luigi opera del Marabitti).

In epoca più recente l’altare fu trasferito al Museo Nazionale dell’Olivella di Palermo e, negli anni ’50, a Bagheria, nella villa San Cataldo dove fu smembrato e, in parte, collocato all’aperto (colonne, capitelli, trabeazione). Dal 1997 l'altare è conservato all’interno del Complesso monumentale dello Spasimo, dove è stato sottoposto a trattamenti controllati di pronto intervento con imbibizioni di silicato di etile e di emulsioni acriliche, per bloccare localizzati fenomeni di esfoliazione e disgregazione superficiale. Un contributo importante per il censimento dei frammenti, la promozione del restauro e la ricollocazione dell’altare, è venuto dagli studi e dall’impegno civico della professoressa Maria Antonietta Spadaro.

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