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Indagine partita da una moglie gelosa, tra gli assenteisti coinvolti un dirigente del Pd | VIDEO

Il blitz della Finanza all'assessorato di piazza Ziino: sottoposto all'obbligo di presentazione Toni Costumati. Il colonnello Alessandro Coscarelli, comandante del Gruppo di Palermo, spiega i dettagli dell'operazione: "Coinvolto un dipendente su quattro"

Dove badge e portale informatico non erano bastati per scoraggiare i "furbetti" del cartellino, è bastata la telefonata di una moglie gelosa che sospettava il tradimento da parte del marito. Il resto del lavoro lo hanno fatto i militari della guardia di finanza del Gruppo Palermo, guidati dal comandante Alessandro Coscarelli, che stamattina hanno arrestato all'assessorato regionale alla Sanità 22 persone (metà dei quali finiti ai domiciliari) accusate a vario titolo di truffa aggravata, accesso abusivo al sistema informatico e false attestazioni e certificazioni. Tra gli indagati (sottoposto all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria) anche Toni Costumati, dirigente del Pd siciliano e attualmente consigliere nazionale Acli.

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Le indagini, tutt'ora in corso, vanno avanti da circa due anni. Tutto ha inizio quando la "moglie sospettosa", temendo un tradimento, decide di telefonare al numero di pronto intervento della guardia di finanza, che raccoglie la segnalazione e dopo i primi approfondimenti si ritrova a fare appostamenti, seguire i segnali gps di auto e moto per trovare le prove. "E' venuto fuori un sistema consolidato in cui erano coinvolti numerosi impiegati dell'Assessorato, da cui invece non è arrivata alcuna segnalazione. In circa un mese sono stati effettuati dei rilevamenti video poi collegati e correlati ai tabulati telefonici. Il duplice sistema di attestazione delle presenze ha mostrato una falla".

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Secondo investigatori e inquirenti gli indagati avrebbero sottratto alla collettività 400 ore di lavoro pagato con soldi pubblici. Per fare cosa? I fatti propri: la spesa al supermercato, qualche capatina nei negozi o semplicemente accudire qualche familiare a casa. E per fare ciò sfruttavano la collaborazione fra colleghi con cui scambiare i badge o i dati per l’accesso ai pc aziendali. Un'indagine ancora tutta da concludere ma dopo la quale l'assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza si è detto pronto, laddove ne ricorressero i presupposti, ad avviare le procedure per i licenziamenti.

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