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Hotspot per migranti allo Zen, la protesta dei residenti: "No a nuovo ghetto" | VIDEO

Portavoce della protesta il deputato dell'Udc all'Ars Vincenzo Figuccia, arrivato in via Patti per manifestare contro la costruzione della struttura che ha già sollevato un coro unanime di critiche

L'hotspot della discordia. Oggi pomeriggio un gruppo di residenti, capeggiati dal deputato dell'Udc all'Ars Vincenzo Figuccia e dalla sorella Sabrina (consigliere comunale), ha manifestato in via Patti, allo Zen, contro la costruzione della struttura di primo soccorso e accoglienza per i migranti. Struttura che ha già sollevato un coro unanime di critiche. "Vogliono sperimentare un laboratorio urbano da far esplodere, creando un luogo-ghetto di disagio e marginalità sociale", ha detto Figuccia. "Orlando li porti a Villa Niscemi", hanno aggiunto provocatoriamente i manifestanti.

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E l'hotspot - che ha mandato in frantumi i già precari equilibri del gruppo M5S - sarà al centro di una seduta del Consiglio comunale alla quale parteciperà il sindaco Leoluca Orlando. Il primo cittadino dovrebbe confrontarsi con l'Aula giovedì mattina, ma non c'è ancora la conferma ufficiale. La presidenza del Consiglio aspetta una risposta entro domattina. Sempre domani si riuniranno i gruppi consiliari di centrodestra, che proveranno a cercare una sponda nel governo regionale guidato da Nello Musumeci. Essendo quello dell'hotspot un progetto d'interesse sovracomunale, infatti, la Regione potrebbe sostituirsi al Consiglio comunale (con un commissario ad acta) nel caso in cui non dovesse esprimersi sullo studio di prefattibilità. "Chiederemo un incontro con l'assessore Toto Cordaro", annuncia Giulio Tantillo (Fi).

La strada però sembra segnata: a Roma - leggasi ministero dell'Interno - hanno già deciso. Non è un caso che la sovrintendenza ai Beni culturali - di solito molto rigida nel concedere autorizzazioni - abbia dato parere positivo alla realizzazione dell'hotspot in un terreno che ha valenza archeologica, vista la presenza di alcuni qanat e dei resti di un insediamento preistorico. "Ragion di Stato" si potrebbe dire a tal proposito. All'amministrazione comunale, al Consiglio e alle varie forze politiche cittadine non resta che la battaglia politica: staremo a vedere se il "no" espresso trasversalmente riesca a indurre il governo nazionale alla retromarcia sul centro di primo soccorso e accoglienza per i migranti che dovrebbe sorgere a fondo San Gabriele, a due passi dal Velodromo.

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