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Di Matteo: "La magistratura è disarmata contro la corruzione, i mafiosi temono la Chiesa" | VIDEO

Il sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia ha preso parte all'incontro su "Bellezza e giustizia contro corruzione e mafia" che si è tenuto al Palazzo Arcivescovile in occasione della Festa di Avvenire. "A fronte dei circa 60 mila detenuti delle carceri italiane, solo poche decine scontano una pena definitiva per reati contro la pubblica amministrazione".

Al convegno, presieduto dall'arcivescovo di Monreale, Michele Pennisi, hanno partecipato - tra gli altri - Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, Vittorio Alberti, filosofo, e il sindaco di Monreale, Piero Capizzi.

"I mafiosi - ha continuato Di Matteo - sanno che la loro vera forza è sempre stata non solo quella data dall'uso della violenza ma anche dalla capacità di coltivare rapporti col potere. Ci sono gruppi criminali che per perseguire i loro poteri si servono sia della violenza del braccio armato della mafia, che, quando occorre, della corruzione e collusione con esponenti della pubblica amministrazione". 

L'incontro ha preso spunto dal libro "Corrosione: Combattere la corruzione nella Chiesa e nella società", scritto dal cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson insieme con Vittorio Alberti. A riguardo, Di Matteo ha riservato una riflessione proprio sul rapporto tra Chiesa e mafia: "Soprattutto nella nostra terra i rapporti di collusione e tolleranza del fenomeno mafioso sono stati numerosi e significativi. Parte della Chiesa per anni si è accontentata di finte manifestazioni di religiosità limitandosi a condannare il fenomeno mafioso. E loro, i mafiosi, temono molto la parola forte e vibrante della Chiesa, cosa che si coglie anche nelle intercettazioni".

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