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Digiuno da 34 giorni, Niceta si sfoga: "Rischio di morire, condannato dallo Stato" | VIDEO

Amici e familiari chiedono la scorta ("E' un testimone, non un collaboratore di giustizia", dicono), lui racconta il suo calvario a PalermoToday: "Rischio un infarto da un momento all'altro". Visibilmente stanco e smagrito, da più di un mese è in sciopero della fame per chiedere un sostegno allo Stato da cui si è sentito abbandonato dopo aver denunciato possibili collegamenti della sua stessa famiglia con Cosa nostra. A prendere parte al sit in - davanti alla prefettura - anche il consigliere comunale M5S ed ex candidato sindaco, Ugo Forello.

Niceta ha deposto più volte in Tribunale, anche in occasione della presuta Trattativa stato-mafia, ma sempre senza protezione. "Non posso dare più da mangiare ai miei quattro figli, perché nessuno mi fa più lavorare con questo status che presuppone che io mi penta per un reato mai commesso".

Intanto, il quadro clinico del rampollo della storica famiglia che opera nel settore dell'abbigliamento, sembrerebbe sempre più grave e preoccupante. All'orizzonte, però, sembrerebbe esserci uno spiraglio: "La procura di Palermo, nella persona di Lo Voi, ha comunicato al mio avvocato che ha reiterato una richiesta al ministero degli Interni per essere ammesso come testimone di giustizia al programma di protezione speciale".

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