L'unica posizione rivista dalla Suprema Corte, che ha deciso per un annullamento con rinvio, è quella di Patrizia Alaimo che in secondo grado aveva avuto 4 anni e 4 mesi. Il blitz della Finanza, con l'operazione "Contra Fides", risale ad aprile 2019 e portò alla luce il meccanismo escogitato per truffare le assicurazioni con finti incidenti
La sentenza della Cassazione per le persone coinvolte nei blitz "Tantalo" e "Tantalo bis" coi quali fu scoperta la maxitruffa alle assicurazioni con finti incidenti ma vittime vere, a cui venivano rotte braccia e gambe per simulare i sinistri. Una di loro perse la vita. I giudici dispongono un nuovo processo solo per 3 persone
Il processo si è svolto con il rito abbreviato e il giudice ha anche deciso di assolvere 4 imputati. La presunta banda era stata individuata a marzo scorso e avrebbe organizzato i finti sinistri, con persone disposte a farsi mutilare a colpi di mattoni, nelle province di Novara, Torino, Vercelli, Milano e Varese. Una truffa da oltre 2 milioni
Un centinaio di persone rischiano il processo mentre per altre 300 si profila la richiesta di archiviazione. Sono state tutte coinvolte nei finti incidenti per truffare la assicurazioni, facendosi rompere braccia e gambe o fornendo auto, moto e bici o false testimonianze. La maggior parte sarebbe stata spinta dal bisogno e dal grave disagio economico
Il processo in abbreviato è nato dal blitz "Contra fides" di aprile 2019 con cui fu sgominata una delle bande. I giudici hanno deciso di concedere piccoli sconti di pena a 4 imputati. Ribaltato il verdetto invece per Antonino Giglio e Antonino Ferrigno che sono stati del tutto scagionati
La pellicola diretta da Vincenzo Pirrotta è l’unico lungometraggio di finzione selezionato alle Giornate degli Autori nella sezione Notti Veneziane, all’interno della kermesse lagunare
Il verdetto è arrivato dopo oltre 24 ore di camera di consiglio. Gli imputati erano tutti coinvolti nei blitz "Tantalo" e "Tantalo bis", coi quali era stata scoperta la maxitruffa alle assicurazioni con finti incidenti e vittime vere. Al centro del processo anche l'omicidio di un tunisino da cui erano partite le indagini
La Corte d'Assise d'Appello si è ritirata questa mattina nell'aula bunker del Pagliarelli e sta vagliando le posizioni delle persone coinvolte nei blitz "Tantalo" e "Tantalo bis", del 2018 e del 2019. In un caso è contestato anche l'omicidio: la vittima compiacente non era sopravvissuta alle ferite inferte dalla presunta banda per simulare un incidente
Il lungometraggio (con protagonisti tra gli altri Luigi Lo Cascio e Ninni Bruschetta) è ispirato a una storia vera, accaduta a Palermo. E' stato girato interamente nel capoluogo e a Torretta
I retroscena dell'inchiesta che ha portato ad 8 fermi sui sinistri inscenati a Legnano, in provincia di Milano, nella stessa giornata. Il racconto delle vittime compiacenti, spinte dalla disperazione: "Ho 4 figli e un marito malato agli arresti domiciliari, la prima volta ho avuto paura e sono scappata ma poi mi hanno minacciata..."
L'input per gli investigatori è arrivato quando un uomo ha provato ad aprire un conto alle Poste con un documento contraffatto. A parlare dell'ultima inchiesta su un gruppo di "spaccaossa" è il commissario di Brancaccio, Giuseppe Ambrogio: "Si organizzavano qui e partivano, sinistri simulati in città del Nord Italia"
La testimonianza di una donna che sarebbe stata mutilata con dei mattoni e poi portata per strada per simulare un finto incidente. Ha raccontato la sua disperazione dopo essere stata lasciata dal compagno e come la presunta banda sgominata le avrebbe dato solo 2 mila euro a fronte di un indennizzo di 45 mila. "Ti sei ammazzata per loro..."
Nell'operazione condotta dal commissariato di polizia di Brancaccio - che si è estesa alle province di Novara, Torino, Vercelli, Milano e Varese - sono indagate 31 persone, 15 percepivano il Reddito di cittadinanza. Circa 2 milioni di euro il giro di affari ottenuto anche con metodi estorsivi. Sequestrate case, auto e moto
Le vicende della banda al centro della pellicola della Tramp Limited, diretta dal regista Vincenzo Pirrotta. Dal 14 al 23 febbraio ciak tra la Kalsa e Falsomiele
Luca Reina si trova agli arresti domiciliari al Nord, ma chiedeva di rientrare a Palermo e di essere recluso nella sua abitazione, assieme alla famiglia. La Cassazione: "Deve stare lontano, potrebbe riallacciare i rapporti con i suoi sodali e ricominciare a delinquere"
Il processo è nato dall'inchiesta "Over" dei carabinieri con la quale fu scoperto un altro gruppo di persone che avrebbero inscenato sinistri stradali ma con vittime vere, disposte a farsi rompere braccia e gambe in cambio di poche centinaia di euro per incassare i premi assicurativi. I giudici ribaltano il verdetto per 2 persone e le scagionano
La Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di Francesco Mocciaro che aveva patteggiato 5 anni. Era stato arrestato nel 2018 nell'operazione "Tantalo", la prima a svelare l'imbroglio col quale vittime consenzienti erano disposte a farsi rompere braccia e gambe per simulare i sinistri, poi aveva deciso di collaborare coi pm
La sentenza è stata emessa con il rito abbreviato. Vent'anni di carcere al mafioso di Brancaccio, Stefano Marino, 14 al fratello Michele. Il giudice ha anche deciso scagionare altri tre imputati: Massimiliano Vultaggio, Sebastiano Giordano e Paolo Di Carlo
Il processo è nato da una delle inchieste contro i così detti spaccaossa, "Contra Fides", messa segno il 15 aprile dell'anno scorso dalla guardia di finanza e dalla polizia penitenziaria. Tre imputati hanno reso dichiarazioni ai pm. In sei hanno patteggiato la pena
La Procura invoca 20 anni a testa per i fratelli Stefano e Michele Marino del clan di Brancaccio. Tra gli imputati anche un ex poliziotto, Vincenzo Di Blasi, che sarebbe stato la loro "talpa". Altri hanno scelto l'ordinario e sono stati rinviati a giudizio
Arriva a processo anche l'ultimo troncone investigativo sugli spaccaossa, in cui erano emersi gli interessi del clan di Brancaccio su alcune pratiche legate a falsi sinistri ma con vittime vere. Diversi degli imputati percepivano pure il reddito di cittadinanza
Il giudice ha deciso di assolvere altre 5 persone, che per l'accusa sarebbero state coinvolte nella maxitruffa alle assicurazioni, basata su finti incidenti ma con vittime che venivano ferite veramente. Tutto era partito dalla tragica fine di un tunisino, Yacoub Hadri, avvenuta a Brancaccio. Ecco i nomi e le pene
In cella è finito Vincenzo Di Blasi. Domiciliari invece per il titolare di un'agenzia di disbrigo pratiche di via Messina Marine, Salvatore Mendola. Avrebbero fornito informazioni riservate, compreso su blitz della polizia, ai fratelli Michele e Stefano Marino, che sarebbero stati in contatto con bande di spaccaossa
Rischiano il processo anche i fratelli di Brancaccio Michele e Stefano Marino che erano stati fermati a novembre dalla squadra mobile. L'indagine è l'ultima sul filone dei finti incidenti con vittime disposte a farsi rompere braccia e gambe per simulare le ferite. Spuntano i nomi altre 4 persone accusate di spaccio
Sono pene pesantissime quelle che la Procura ha chiesto oggi pomeriggio per 37 imputati. Avrebbero truffato le assicurazioni simulando incidenti stradali ma rompendo realmente gambe e braccia a persone disponibili poiché in gravi difficoltà economiche