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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Il Palermo appeso alle disgrazie di Frosinone e Parma: "Ecco perché ci crediamo"

Il presidente Giammarva fa il punto della situazione dopo il ricorso in Appello per il match perso in Ciociaria: "Partita alterata". E sul caso Calaiò: "Ufficialmente richiesta la documentazione da cui è scaturito il deferimento"

Il Palermo non ci sta. E a distanza di una settimana dai fatti di Frosinone il presidente Giovanni Giammarva - attraverso i canali ufficiali - fa il punto della situazione sulle iniziative intraprese dalla società rosanero anche in merito al caso Parma. "Per quanto riguarda la partita disputata con il Frosinone, rimaniamo convinti che non si sia svolta regolarmente - ha esordito Giammarva -. Questa opinione si è rafforzata dopo avere preso visione dei verbali arbitrali che confermano come tutti gli episodi accaduti durante la gara facciano parte di un unico progetto, a differenza di quanto valutato e sanzionato dal giudice sportivo, finalizzato ad ostacolare il regolare svolgimento della gara a danno del Palermo".

Il club rosanero aveva chiesto di ottenere la vittoria a tavolino, dopo aver denunciato la condotta gravemente antisportiva dei ciociari che nel frattempo avevano preparato la loro difesa. Martedì scorso però il giudice sportivo "rilevato che non è ammissibile la richiesta di acquisizione di immagini televisive e che non sono rappresentati fatti che non siano stati visti dall’arbitro" ha deciso di rigettare il reclamo del Palermo, sanzionando "soltanto" il Frosinone con un’ammenda di 25 mila euro. Inoltre i canarini dovranno disputare due gare casalinghe a porte chiuse. Per Maiello (il giocatore pizzicato a lanciare i palloni in campo) una multa di 10 mila euro.

Il Palermo ha comunque annunciato ricorso in Appello. Giammarva si sfoga: "Il giudice ha ritenuto di valutare i singoli accadimenti (lancio di palloni, anche dalla curva dei tifosi, invasione di campo, etc.) e di non considerare che questi episodi nell'insieme abbiano di fatto alterato la gara, con la conseguenza che tali fatti avrebbero dovuto essere sanzionati con la perdita della partita da parte del Frosinone. Tutto ciò è stato rappresentato anche alla Corte sportiva di Appello. In questa sede sono state inoltre evidenziate le numerose violazioni delle norme di procedura che hanno caratterizzato il giudizio da cui è scaturito il provvedimento di primo grado".

La battaglia del Palermo si gioca però su più tavoli. "Per ciò che riguarda il Parma - dice Giammarva - è stata ufficialmente richiesta la documentazione da cui è scaturito il deferimento. In tale procedimento il Palermo si costituirà come controinteressato per tutelare i propri diritti. Inoltre, la società ha già chiesto al Commissario Straordinario della Figc la deroga dal vincolo di giustizia sia per le vicende legate alla partita con il Frosinone che per quelle di Spezia-Parma, per rappresentare quanto accaduto alla Procura della Repubblica".

"Abbiamo uno staff legale di grande qualità - continua il presidente - e sono convinto che gli organi di giustizia sportiva interpellati non potranno che esaminare con attenzione le nostre argomentazioni. Spero che in tempi brevi ci sia concesso di derogare alla clausola compromissoria per potere promuovere ogni opportuna azione presso i competenti organi. Se così non fosse, inizierei a chiedermi perché vicende di questo tipo non debbano essere sottoposte al vaglio degli organi inquirenti.  A prescindere dagli interessi del Palermo, l'accertamento sul regolare svolgimento di una gara coinvolge anche i diritti degli scommettitori e, per ciò solo, ritengo che la vicenda potrebbe essere oggetto di iniziative giuridiche autonome da parte della magistratura ordinaria".

"A proposito della posizione dell'arbitro La Penna - afferma Giammarva - ciò che ritengo inaccettabile è l'assoluto silenzio che è seguito alla divulgazione della notizia di un possibile legame tra la sua professione di avvocato e la famiglia Stirpe. Anche tali episodi meritano approfondimento al fine di individuare i soggetti responsabili. E difatti, bisognerebbe appurare se l'arbitro in questione abbia rappresentato all'AIA la sussistenza di potenziali conflitti di interessi con il Frosinone, mettendo il designatore nelle condizioni di valutare con cognizione di causa la designazione stessa. Se ciò è avvenuto - conclude - c'è da chiedersi perché il designatore non abbia ritenuto tutto ciò rilevante".

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