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Palermo in B, lettera dall'inferno: "Abbiamo perso l'orgoglio, è finito tutto"

Un tifoso scrive a PalermoToday: "Cara Santa Rosalia, vedere la squadra della nostra città scendere in B è come assistere alla retrocessione di tutta la città"

"Cara Santa Rosalia, il Palermo non è solo una squadra di calcio…". Inizia così la lettera di un tifoso rosanero che - a distanza di poche ore dalla retrocessione, arrivata ieri pomeriggio dopo l'1-1 in trasferta contro il Chievo - scrive a PalermoToday per sfogarsi e raccontare quell'orgoglio perduto con il tempo. Il Palermo che torna in B è una sconfitta che brucia. Anche perché all'orizzonte non si intravede la strada per la risalita. Così ci si aggrappa a tutto. Anche a Santa Rosalia...

Qui sotto la lettera completa:

Cara Santa Rosalia, vedere la squadra della nostra città retrocedere è come vedere e confermare la retrocessione di tutta la città. Il Palermo per i palermitani non è solo una squadra di calcio, ma è anche una rivalsa calcistica sociale giocare contro le potenze economiche del Nord come Milano, Torino, Verona, Genova, potenze politiche del Centro/Nord come Roma e Firenze. Era fantastico quando Palermo - città dei senza lavoro, nella quale i precari non si contano - nonostante i divari "sociali" e politici con le big del Nord, ribaltava tutto nel calcio.

Perché proprio il pallone ci faceva riscoprire quell’orgoglio di essere Palermitani. Un orgoglio che da anni la città ha perso. Eppure Palermo è stata un antica capitale la Capitale del Regno di Sicilia la capitale del Regno delle Due Sicilie, la città dei Re di Palermo, è stata grandissima con Federico II. Palermo, la città millenaria dove esiste il più antico parlamento d’Europa che conferma la sua grandezza di antica Capitale .

Palermo, la città dove nei vicoli nelle piazze nelle strade sono state vissute da chi ci è nato come Giuseppe Pitrè, i Basile ma anche i Florio, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, il Conte Cagliostro, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, Alessandro Scarlatti e Giacomo Serpotta,  Giuni Russo il Cavaliere Salvatore Gulì - l’inventore della Cassata, quella odierna - e Francesco Procopio Cutò, che i francesi tradussero in “Dei Coltelli”, inventore del gelato portato da Palermo in Francia e tanti altri palermitani famosi.

Cara Santa Rosalia, tu che sei Palermo, sei la nostra santa, simbolo di protezione e devozione per il nostro popolo: ti prego fa che il Palermo, la squadra della città possa presto risalire in serie A per far che possiamo almeno nel calcio ritrovare quell’orgoglio di essere Palermitani.

Salvatore Nocera

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