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Mirri: "Finalmente ho ricevuto i documenti, il Palermo ha 47 milioni di debiti"

L'imprenditore proprietario della Damir fa chiarezza sulla situazione della società: "Quando potrò dire a Foschi di aver trovato il nuovo compratore? Sogno di poterlo fare anche domani..."

“Il club ha un buco in bilancio di 47 milioni. Ho chiesto alla società di rendere pubblica tutta la documentazione”. Parole e musica dell’imprenditore palermitano, che esattamente come cantava Jimmy Fontana, non si è fermato mai un momento da quando ha stipulato un accordo commerciale con il club rosanero per scongiurare la prima incombenza degli stipendi.

L’obiettivo è sempre e soltanto lo stesso: trovare al più presto degli investitori che risollevino le sorti del Palermo. Mirri è sicuro: “Tifosi, abbiate fiducia, alla fine arriverà il principe che bacerà la principessa. Il mio sogno è quello che il Palermo diventi legale, vale a dire trasparente e in sintonia con tutte le norme. Sabato sarò regolarmente in gradinata, altro che tribuna”. Il risveglio post-Crotone brucia quanto la più terribile ‘nduja calabrese. Fra le incombenze e la montagna di debiti infatti pare anche ci sia un procuratore che bussa alla porta di viale del Fante per una ingiunzione di 2,5 milioni di euro: a rischio i pagamenti di marzo? A provare a riportare la quiete è stato proprio il direttore generale della Damir che in una lunga intervista rilasciata a Trm “Zona Vostra” ha parlato ai tifosi.

"Il Palermo non fallirà"

“Mi fa molto male essere definito ‘speculatore’ - ha detto -. Io credo di essere stato chiamato per cercare di dare una mano e così ho fatto. Ho dato il mio contributo sia da tifoso che da imprenditore, ho aiutato Foschi e anche il Palermo stesso ovviamente. Il canone che noi paghiamo è di 700 mila euro l’anno per quattro stagioni, mentre il club rosanero in questo momento incassa molto. Sono sicuro che il Palermo non fallirà e quindi non voglio pensare a dei finali diversi da quelli che immagino in questo momento. Non credo che da un punto di vista commerciale abbia approfittato di nulla, non mi ritengo uno sciacallo, anzi. Sono una persona perbene che vuole fare le cose per bene. Sono sicuro che ogni tifoso avrebbe fatto qualsiasi cosa per aiutare la propria squadra del cuore, per questo mi sono sentito di mettermi in gioco”.  

La prelazione e il vero valore del Palermo

Sulla famosa clausola di 5 milioni che tanto ha fatto scalpore Mirri ha detto che “c’è stato purtroppo un grande equivoco, certamente non provocato da me. Noi, intesi come Damir, abbiamo un’opzione di prelazione fino al 13 di marzo ma è chiaro che abbiamo messo in conto anche un’ipotesi in cui Foschi e la De Angeli decidano di non vendere le quote al principe che siamo riusciti a individuare. A quel punto chiunque decida di mettersi di traverso dovrà assumersi le proprie responsabilità. Per me il Palermo non vale certamente cinque milioni, ma 100. Se qualcuno non vuole vendere, portando il club a morte quasi certa allora è giusto che paghi le sue conseguenze. E' una clausola prevista dagli avvocati, ma non posso credere che Foschi e la De Angeli non vogliano il bene del Palermo. Se il Palermo dovesse fallire sarei il primo a rimetterci tanti soldi, anzi, alla luce dei fatti sarei l’unico. Mi ha spinto a mettermi in gioco la voglia di cambiare le regole, di cambiare l’andazzo degli ultimi anni. Probabilmente darò fastidio a qualcuno, ma vado avanti per la mia strada, continuo e continuerò a lottare per questi colori. Ho ancora 20 giorni di prelazione e con il cuore spero veramente di riuscirci. Con la testa invece posso dire che ci sono ottime probabilità di un esito positivo. Il mio sogno è quello di avere un presidente che abbia a cuore le sorti della propria squadra. Magari qualche tifoso come me, ma con grandi potenzialità economiche”.

"Ecco a quanto ammontano i debiti"

Dario Mirri e il suo team con a capo Rinaldo Sagramola intanto ha finalmente ricevuto tutta la documentazione richiesta per poter interloquire in totale trasparenza con chiunque voglia avvicinarsi al club rosanero. “Con grande fatica – continua l’imprenditore palermitano – siamo riusciti ad entrare in possesso di tutta la documentazione richiesta. Certo – precisa - manca ancora qualche dettaglio, non certo di poco conto, ma a questo punto posso dirmi fiducioso. Sagramola sta lavorando per definire un documento da consegnare a chiunque voglia acquistare il Palermo. I debiti in questo momento sono di circa 47 milioni di euro, ma se devo essere sincero non posso non dire di averci capito davvero poco del debito di Alyssa. Chi l’ha pensata, studiata e attuata, l’avrà sicuramente fatto per renderla il meno chiaro possibile. Con me – confessa – ci sono riusciti”.

"Sto rubando del tempo alla mia famiglia"

Dai sorrisi di circostanza di Foschi – con tanto di ringraziamenti alla famiglia Mirri - alle prime bordate indirizzate (ingiustamente) proprio all’imprenditore palermitano. Il direttore generale della Damir, che ha voluto attendere il giorno dopo la partita per non destabilizzare lo spogliatoio, ha risposto con tono pacato all’attuale presidente ponte del club rosanero con la speranza – dice proprio Mirri – che sia la prima e ultima diatriba nata con Foschi. “Quello che mi sento di dire con certezza è che l’unico interesse che ho e che ho sempre avuto è proprio quello di salvare il Palermo. Qualcuno ha detto che ho destabilizzato lo spogliatoio con l’iniziativa della raccolta fondi e questo mi ferisce profondamente. Sto rubando del tempo alla mia famiglia e alla mia azienda per il bene che voglio alla squadra della mia città. Ho fatto questo e farò anche tanto altro, non dobbiamo nasconderci che ci sono dei problemi. Il momento è complesso, ho ascoltato Foschi, ma ho fatto fatica a comprenderlo. Ci sono diversi soggetti interessati alla società, ma a chiacchiere siamo tutti bravi. Se dobbiamo metterci ad annoverare anche gli improbabili ci sono almeno dieci gruppi interessati al Palermo, ma ad oggi i fatti dicono che nessuno ha dato una mano a questo club tranne la Damir. Se Foschi ha qualcuno pronto ad aiutarci ben venga, le porte sono spalancate per chiunque abbia davvero voglia di investire”.  

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