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Palermo senza cuore, il Cesena lo incarta: 0-0 e addio promozione diretta

Al Barbera i rosanero sprecano un rigore nel primo tempo con Coronado e non piegano i romagnoli di Castori. Il pari condanna Stellone ai playoff: il Parma torna terzo, e anche il quarto posto è a rischio

Poteva essere l'antipasto della festa, invece è stato il trionfo della delusione. I fischi dei 25 mila del Barbera hanno chiuso un Palermo-Cesena che non si è mai schiodato dallo 0-0 neanche con un rigore a favore (ahi ahi Coronado). Addio promozione diretta, anche se la matematica concede un filo di speranza. Ma pensare di recuperare tre punti al Frosinone - oggi vittorioso a Chiavari e a un passo dalla A - negli ultimi 90 minuti è qualcosa di troppo ardito per questo Palermo, opaco, senza coraggio né cuore. Anche perché tra le due squadre s'è inserito di nuovo il Parma, terzo e al momento in pole position in ottica playoff. Una coda supplementare che il popolo del Barbera sperava di evitare dopo il blitz di Terni e soprattutto la vittoria del Cesena col Parma.

Ma il Cesena dà e toglie: Castori ha incartato Stellone, che soltanto negli ultimi minuti ha provato a invertire la rotta di un pomeriggio indirizzato sullo 0-0, inserendo Trajkovski e Nestorovski, al rientro dall'infortunio (e a questo punto pedina fondamentale per i playoff). Troppo tardi. Il Palermo oggi si è accartocciato dopo il rigore sbagliato da Coronado. Dopo un discreto primo tempo, i rosa si sono squagliati nella ripresa, mettendo a nudo una volta di più una condizione fisica precaria. Occhio anche al Venezia, perché uno scivolone a Salerno potrebbe costringere il Palermo a giocarsi i playoff con la strada subito in salita.

Stellone sceglie ancora il 4-4-2 con Coronado largo a sinistra e libero di cercare il centro e fare spazio ad Aleesami. In realtà la corsia più abusata del Palermo è quella destra. Rispoli è un moto perpetuo e con Rolando i rosa fluidificano che è un piacere. A centrocampo si rivede Jajalo dal primo, con Chochev che va a sedersi in panchina. Moreo fa un gran lavoro: sponde e sportellate, ma di tiri neanche a parlarne. Il copione così è chiaro: il Palermo fa la partita cercando l'unica vera punta, La Gumina, mentre il Cesena di Castori che sembra essere sbarcato in Sicilia per cercare solo il punto salvezza, aspetta e prova a colpire in contropiede. Pomini in realtà nel primo tempo fa lo spettatore perché dalle sue parti i romagnoli non arrivano mai. L'ammazza-Parma, Moncini, finisce per essere inghiottito nella morsa Rajkovic-Dawidowicz. L'area bianconera - guidata dal sempreverde Scognamiglio - sembra invece l'isola pedonale di via Maqueda. Il Palermo si rende pericoloso tre volte con La Gumina, impreciso sottoporta e poco cinico, e Rispoli (tiro ravvicinato murato dall'ex Fulignati). I padroni di casa battono una quantità esagerata di calci piazzati. E nelle mischie selvagge spesso invocano il calcio di rigore che Pezzuto non concede fino al 38'. 

E' proprio sul finire del primo tempo che arriva la prima fiammata di un sabato pomeriggio intenso come capita solo quando la stagione è agli sgoccioli e ci si gioca tutto: a Chiavari il Frosinone si guadagna il rigore del vantaggio ma Dionisi spreca. E pochi minuti dopo anche il Palermo si presenta sul dischetto (fallo di Cascione su Murawski). Ma Coronado calcia alto, come Baggio nella finale di Usa '94. Rispoli lo abbraccia e cerca la carica del pubblico con l'obiettivo di lasciare la spina attaccata: il Barbera viene però gelato di nuovo perché in Liguria Dionisi si riscatta, scardina l'Entella e spiana la strada al Frosinone. Tutto da rifare, anzi peggio. Alla fine del primo tempo il Palermo sprofonda di nuovo a -3. 

Uno slalom di Coronado al 10' della ripresa anima il Barbera (tiro a giro con palla alta). Aspettando buone notizie da Chiavari, serve un riflesso prodigioso di Pomini per tenere in vita il Palermo su una conclusione da fuori di Fedele. La situazione si complica ancora di più perché quando scocca l'ora di gioco il Parma piega il bunker del Bari e D'Aversa sorpassa di nuovo il Palermo. I minuti scorrono e allontanano Rispoli e compagni dal sogno della promozione diretta. Per l'ultimo quarto d'ora Stellone si gioca il tutto per tutto: via Rolando, dentro Trajkovski. Ed è sui piedi del macedone che capita l'occasione migliore per passare, ma Fulignati si esalta ancora e respinge a tu per tu. Per l'assalto finale Stellone si gioca anche la carta Nestorovski. In realtà però non c'è nessun assalto. Il Palermo ci prova senza cuore e il fischio finale di Pezzuto arriva come la più naturale conclusione di un pomeriggio che poteva essere memorabile e invece sarà meglio dimenticare in fretta.

TABELLINO
PALERMO 0.
Pomini 6,5; Rispoli 6,5, Dawidowicz 6,5, Rajkovic 6,5, Aleesami 6; Rolando 6,5 (75' Trajkovski 5,5), Jajalo 5,5 (79' Chochev s.v.), Murawski 5,5, Coronado 5; La Gumina 5,5, Moreo 5 (83' Nestorovski s.v.). Allenatore: Stellone 5,5.
CESENA 0: Fulignati 7; Donkor 6, Suagher 6,5, Scognamiglio 7, Fazzi 6; Cascione 6 (89' Esposito s.v.), Schiavone 6 (78' Emmanuello), Fedele 6; Laribi 5,5; Vita 5, Moncini 5 (55' Jallow 6). Allenatore: Castori.
ARBITRO: Pezzuto 6
NOTE - Ammoniti: Donkor, Murawski, Cascione 

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