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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Palermo festeggia i 100 anni di Renzo Barbera: "Lui sarà sempre l'unico presidente"

Il 19 aprile del 1920 la nascita del presidentissimo: un'icona per vecchie e nuove generazioni di tifosi. Il ricordo dell'attuale patron dei rosanero, nonché nipote, Dario Mirri: "Io custode temporaneo di un bene collettivo, mio zio è la storia. La sua squadra era un tutt'uno con la famiglia"

Il 19 aprile del 1920 nasceva una delle figure più rilevanti nella storia del Palermo: l’imprenditore Renzo Barbera. Tifoso, presidente, icona e punto di riferimento. Per vecchie e nuove generazioni. Insomma, la storia (con la "S" maiuscola) dei colori rosanero.

"Di presidente ce n'è uno, mio zio Renzo Barbera", ha confessato Dario Mirri al sito ufficiale durante una lunga intervista in cui "il temporaneo custode di un bene collettivo" - così si è definito l’imprenditore palermitano - ha provato a infrangere le barriere delle distanze poste dall’emergenza Covid-19 per arrivare dritto al cuore di ogni singolo tifoso palermitano.  

Dall'epopea di Barbera a oggi i tempi sono sicuramente cambiati, ma c’è una cosa che accomuna Dario Mirri a suo zio: l’amore per i colori rosanero. Un uomo d’altri tempi, tutto d’un pezzo, tanto che oltre al soprannome di presidentissimo gli venne dato anche quello di "Ultimo Gattopardo", proprio per la sua nobile e rara moralità. "Viviamo sicuramente in un mondo completamente diverso da quello in cui ha vissuto mio zio - ha detto Mirri - eppure ancora oggi molto di ciò che lui è stato rimane per me un punto di riferimento imprescindibile. Non è detto che il passato non possa essere un riferimento per le generazioni future, anzi. Mi riferisco in particolare alla sua capacità di creare un intero sistema di valori attorno a una squadra, una società e un’azienda". 

Sì, perché Renzo Barbera, oltre a regalare al popolo palermitano piazzamenti nella massima serie e finali di Coppa Italia, riuscì anche a dare un forte accento siculo al "suo" Palermo, dando fiducia ai ragazzi del territorio, come Arcoleo, Trapani, Vullo e Borsellino. Sotto la sua gestione inoltre, il club rosanero ricevette anche la stella d’oro al merito sportivo, un'onorificenza del comitato olimpico nazionale italiano.

“Per lui - continua Mirri - i giocatori, ma anche molti tifosi, erano 'di famiglia' e attorno a questi rapporti umani, si può sviluppare oggi uno straordinario progetto imprenditoriale. La stessa attitudine affettuosa che come amore filiale dedicava ai figli Giuseppe, Lalù e Ferruccio, ed oggi si riflette sul nipote Lorenzo, la si poteva vedere nei confronti di collaboratori e calciatori. Questa lezione, questi valori, li porto sempre con me e cerco di farmi guidare dal suo esempio. Indimenticabile quando, dopo l’ingiusta sconfitta a Roma per la nostra prima finale di Coppa Italia, volle comunque premiare i nostri giocatori, esattamente come se avessimo vinto".

E chissà se un’eventuale promozione in C Mirri non decida di dedicarla proprio a zio Renzo. Per il momento bisogna sciogliere gli ultimi nodi riguardanti il futuro del club rosanero. Tema che Mirri finora ha preferito mettere di lato. "Ho voluto rivolgere il pensiero in silenzio a tutti i medici e le persone che stanno combattendo la guerra contro il virus - ha detto - piuttosto che rilasciare considerazioni sul futuro sportivo delle competizioni, come altri presidenti nelle ultime settimane, magari seppur in serie A, hanno sentito il bisogno di fare, evidentemente in modo solo interessato alle proprie egoistiche necessità di classifica. Ora che si comincia finalmente a intravedere un po’ di luce, e speranza, è giusto soffermarsi sull’immediato futuro. Noi siamo pronti a tutto, accoglieremo e onoreremo le scelte istituzionali come abbiamo sempre fatto, ma dentro di me ho la certezza che tra qualche mese il Palermo non sarà più in serie D. Certo, il nostro desiderio è solo quello vincere tutte le partite sul campo e noi siamo già pronti a partire, in qualsiasi momento. I nostri ragazzi infatti si sono comportati in modo responsabile e li ringrazio, uno per uno”.

E in un particolare momento in cui si vive di ricordi, Mirri prova a proiettarsi anche nel futuro. Stadio e centro sportivo restano infatti le parole chiave di un progetto nato soltanto qualche mese fa dalle macerie di una scellerata gestione del club. “Andiamo avanti anche sulle grandi priorità: centro sportivo e stadio. Nel primo caso - ha spiegato - lavoriamo quotidianamente alla ricerca di campi di allenamento per i nostri ragazzi e per far fronte ai tanti ostacoli incontrati finora a riguardo, tra strutture abusive in piena attività e l’impossibilità invece, nostro malgrado, di creare un polo virtuoso nella nostra città. Le aree esistenti a Palermo, pubbliche o private, non sono disponibili, per vincoli istituzionali o per problemi tecnici insormontabili. A questo punto non avremo altra scelta se non cercare spazi fuori città. Ma la priorità rimane massima, anche se siamo appena nati: è il tassello fondamentale per cambiare alla radice lo sport in città".

Per quanto riguarda lo stadio, invece, Mirri ha chiarito che "il processo di cessione del diritto di superficie è già avviato e siamo sicuri che, a emergenza finita, Regione e Comune faranno di tutto per agevolare l’iter. In tutti i casi di società sportive virtuose, a livello nazionale ed internazionale, la possibilità di costruire o ristrutturare e poi gestire il proprio stadio ha sempre generato sviluppo per la squadra e per l’intero sistema. Dobbiamo andare in quella direzione".

"Non vogliamo contributi a fondo perduto o finanziamenti per comprare giocatori o pagare procuratori - ha concluso il presidente del Palermo - vogliamo investire nelle strutture immobiliari per consentire alla squadra una solidità di lungo periodo. Ecco, abbiamo bisogno, soprattutto adesso, di accelerare i processi burocratici che ci bloccano, a fronte del grosso danno economico subìto con questo stop: le ultime partite in casa, siamo certi, sarebbero state una grande festa di tifosi, il modo migliore di celebrare finalmente l’appartenenza rosanero ritrovata. Ma tutto ciò sono sicuro che è solamente rinviato". 

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