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Pelagotti, la sicurezza dei numeri uno: "Il Palermo in D non si può vedere"

L'esperto portiere toscano non ha il timore di raccogliere l'eredità "pesante" di Sorrentino, Pomini e Brignoli: "Sono venuto qui per giocare e non per fare presenza, spero di dare il mio contributo per arrivare dove questa città merita di stare"

C'è sempre una prima volta. Quella in Serie D, per Pelagotti, lo è sicuramente. L'esperto portiere toscano, però, non si è posto il problema della categoria: "Ho scelto il Palermo perché in D non ci può vedere e spero di dare il mio contributo". Una sicurezza tra i pali per dare il via alla rinascita, alla scalata verso il professionismo. Un progetto che ha colpito sin da subito l'estremo difensore, cresciuto calcisticamente a Empoli e quasi sempre attivo in Toscana. Ha lasciato la sua regione d'origine solo per andare al Brescia e lì ha conosciuto Castagnini e Sagramola: "L'incontro col Palermo è nato con i direttori - ammette il portiere - e mi hanno chiesto se avessi gli stimoli per ripartire da una serie che non avevo mai fatto, ma che poteva darmi soddisfazioni. La piazza è importante, ripartire da Palermo è più che soddisfacente. È un punto di partenza, spero di avere un futuro qui in categorie superiori".

Senza avere timori per l'eredità raccolta, da Brignoli a Sorrentino, passando per altri portieri che nel corso degli ultimi anni si sono mostrati più che affidabili: "Con Pomini ci siamo sentiti ieri per telefono - prosegue - conosco anche Brignoli e c'è solo da prendere una grande eredità". Quella che il Palermo ha deciso di affidare al trentenne empolese, il prescelto per un posto da titolare tra i pali: "Sono venuto qui per giocare e non per fare presenza. La società sa cosa voglio e ho percepito una grande coesione nel gruppo, un bell'affiatamento in questi primi giorni. I giovani vogliono imparare dai più vecchi e mettersi in mostra". Lui ha già preso il 2001 Fallani sotto la sua ala protettiva: "E' un buon portiere, è giovane e deve imparare tanto, ma ha sicuramente un futuro".

Intanto si punta sul presente, quello che per il Palermo si chiama Serie D: "La C e la D sono categorie diverse. Per un portiere, poi, è più facile forse giocare in Serie A. Sto provando a capire come sia questo campionato, ci sono tanti esperti qui, ma un'idea vera e propria non me la sono fatta. Penso che il livello agonistico sia forsennato, un po' meno forse quello tecnico". Anche per questo, da portiere, Pelagotti sa bene quanto sia fondamentale avere una punta di livello: "Ricciardo è un attaccante forte, tiene bene il pallone e forse è uno dei più freddi con cui abbia giocato. Può fare la differenza in questa categoria". E la differenza, per Palermo, la può fare anche il calore del pubblico: "Vedere un sacco di tifosi così non mi capitava da tempo e per me è uno stimolo, deve esserlo per forza, altrimenti si cambia mestiere".
 

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