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Martedì, 19 Marzo 2024
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Moreo tra frutta e babbaluci alla Vucciria: "Qui a Palermo per un sogno chiamato serie A"

Il numero 9 dei rosa protagonista della rubrica "Palermo Football Tour" parla della città e del suo rapporto con l'allenatore: "Mai visto un mercato così, città unica. Con Stellone mi trovo bene". E su di lui svela: "In allenamento la mette di testa come pochi"

Il gigante Moreo nei piccoli meandri della Vucciria. “Mai visto un mercato così. Palermo città unica, ma all’inizio non sapevo cosa aspettarmi”. E’ l’attaccante con la maglia numero 9 il protagonista della rubrica del club rosanero “Palermo Football Tour” (Video). Location particolare, ma allo stesso tempo affascinante, specialmente per chi - come dice Stefano Moreo - viene dal nord. Gol, assist ma soprattutto tanto spazio fra gli undici titolari. Questi gli ingredienti fondamentali per la rinascita del giocatore 25enne. Calciatore di professione, ma all’occorrenza anche “poeta”. “La mia ragazza - dice - per me è come la tonica. E io sono il gin, senza di lei non sarebbe lo stesso”.

A un anno dal suo sbarco in Sicilia, Moreo sembra non avere più dubbi: “A Palermo - confessa - ho trovato una città bellissima che vanta una storia pazzesca. All’inizio non sapevo cosa aspettarmi, anche perché finora non avevo mai vissuto al sud. Dopo qualche mese di ambientamento però ho iniziato a trovarmi benissimo. Il clima è incredibile e la gente invece è molto amichevole. A Mondello, dove abito, c’è un mare incredibile, per non parlare del panorama e delle passeggiate che è possibile fare. Sono molto contento di essere arrivato a Palermo, voglio vivere al meglio questa avventura. Vucciria? Non avevo mai visto un mercato così, a Milano sono più classici. Qui è molto caratteristico, una marea di colori e musica. E’ un posto vivo”.

Già, vivo. Esattamente come Moreo. Perché dopo un lungo e asfissiante periodo di buio, l’attaccante rosanero è finalmente tornato a vedere la luce. Gol e assist per l’ex Venezia. E adesso anche una grande certezza: Moreo non è più un tabù da sfatare. “La più grande liberazione è stato senz’altro il gol trovato a Brescia. Erano passati tanti mesi dalla mia ultima realizzazione. Dispiace però che non sia servito a granché considerando poi il risultato finale di quella partita. Mi trovo molto bene con mister Stellone. La specialità della casa è il colpo di testa, in allenamento infatti quando proviamo si vede. Ha una capacità di colpire ed indirizzare la palla che ho visto in pochi, voglio prendere spunto da lui per migliorarmi e poter fare quello che anche il mister faceva in campo. Quando ero piccolo sognavo in grande, ovvero di poter un giorno giocare in Champions League e vincere la Coppa del Mondo. Ma ora il sogno più grande è quello di raggiungere la massima serie. Se sono venuto a Palermo - conclude - è per provare a realizzare questo mio sogno”.

Il merito di questa profonda rinascita dunque non è da attribuire soltanto a Stellone, ma anche alla dolce metà di Moreo. “Per me - confessa - la mia compagna è davvero tutto. Le ho anche dedicato una frase ‘you’re the gin to my tonic’, l’ho letta in un locale a Milano e mi ha colpito molto. Perché il gin - spiega - senza la tonica non è niente così come io senza di lei non sarei proprio niente. Quando segno però alzo le mani al cielo per dedicare i gol a mio nonno che non c’è più da quattro anni. Ero molto legato a lui. Mangiavamo spesso insieme e passavamo tutte le festività l’uno al fianco dell’altro. Era interista, mi aveva trasmesso la passione per il calcio. Mio padre invece è stato fin da subito il mio primo tifoso. Mi portava agli allenamenti e alle partite. Vede tutte le mie gare, poi - conclude - commentiamo insieme quello che ho fatto e come posso migliorare”.

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