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Salvi: "Il gol a Foggia è mio, Rispoli? Prima la squadra e con lui siamo più forti"

Allo Zaccheria il difensore ha dato il "la" alla rimonta rosa: "Sono riuscito a sfiorare il pallone di testa, deviazione decisiva. A Palermo più pressioni, ma è una gioia essere qua". Intanto il club comunica di "aver depositato la nuova garanzia fideiussoria"

Dalla ghiotta occasione con la Cremonese al primo sigillo in campionato domenica sera col Foggia. Chi aveva dei dubbi su Alessandro Salvi, arrivato in estate dal Cittadella, sta iniziando a ricredersi. “Il mio il tocco è stato decisivo. Palermo occasione della vita, la permanenza di Rispoli è un bene”. Alessandro Salvi (30 anni) è l’artefice dell’incredibile rimonta dello Zaccheria: è un pallone sfiorato di testa infatti ad aver fatto la differenza domenica sera e ad aver cambiato l'inizio di stagione dei rosa, ridando serenità a tutto l'ambiente. Intanto la società attraverso un comunicato chiarisce di "aver depositato oggi presso la Lega Serie B, con ampio anticipo rispetto ai termini stabiliti dalla Figc, la nuova garanzia fideiussoria nell’ambito delle procedure di ammissione al campionato di Serie B 2018/2019. Tale fideiussione è stata rilasciata dalla Società Fidimed".

"Il gol è mio"

Quello che per molti resta un gol dubbio, per il terzino rosanero invece non lo è affatto. “Trajkovski – racconta in sala stampa - ha crossato, anche se penso che in realtà volesse tirare, e fortunatamente sono riuscito a sfiorare il pallone di testa e a mandarlo oltre la linea. Deviazione di Camporese o meno, penso che il tocco decisivo sia tutto mio. Non abbiamo mai smesso di crederci, la base d'altronde dovrà essere quella di non mollare mai. Siamo stati bravi a ribaltare una partita non facile. Nel primo tempo non siamo riusciti a lasciare il segno, mentre nella seconda frazione di gioco secondo siamo rientrati dagli spogliatoi con grande convinzione. Durante l’intervallo Tedino non ci ha detto cose particolari: ci ha raccomandato soltanto di stare tranquilli, avere pazienza e continuare a cercare il gol così come sapevamo di poter fare. E' stata una grande rimonta”.

Difensore sì, ma col vizietto del gol

Primo gol in campionato per Salvi che coincide anche con la prima vittoria dei rosa. Un vizio che il giocatore originario di Bergamo non vorrà affatto perdere, anzi. Cinque lo scorso campionato, quest’anno invece con un poco più di fortuna potevano già essere due. Niente male per uno che di mestiere fa il difensore. “Giocando con una difesa a quattro - spiega Salvi - chiaramente sono meno offensivo. A cinque invece ho più spinta, meno compiti difensivi e quindi arrivo meglio e con tempi diversi davanti alla porta. Devo essere sincero mi piace più attaccare che difendere, non mi tiro mai indietro e cerco sempre di fare gol o quantomeno di fare segnare i miei compagni di squadra. il mio obiettivo è quello di migliorarmi, magari segnando qualche gol in più rispetto alla passata stagione. L’importante però è che vinca il Palermo”.

Più forti con Rispoli

Il bene del Palermo prima di tutto dunque. Parole chiare e importanti. Così Salvi fa capire di essersi calato con lo spirito giusto in questa sua nuova avventura. Anche se a rimetterci potrebbe proprio essere l’ex Cittadella. Arrivato in Sicilia con l’etichetta di “erede di Rispoli” adesso si ritroverà a dover duellare per una maglia da titolare. “Rispetto a quanto si possa pensare – confessa -  sono molto contento della permanenza di Rispoli. Con lui in squadra l’ossatura del gruppo è ancora più forte. Non sono uno che soffre il confronto con un compagno. Siamo una squadra e tutti insieme dobbiamo remare verso quell’obiettivo. Indipendentemente da chi giocherà e chi invece no. E' chiaro per un giocatore è importante scendere in campo, ma alla fine il bene della squadra viene prima di tutto. Potrei anche giocare a sinistra, sono a completa disposizione del mister”.

Che gioia essere a Palermo

La nuova vita di Salvi: dai 20 mila abitanti di Cittadella al caos di Palermo. “Due società e città completamente opposte. Sto scoprendo ambizioni diverse, vivendo ambienti diversi, conoscendo tifosi diversi ma soprattutto esigenze diverse. A Palermo ci sono più pressioni, sia come piazza quindi di aspettative che a livello mediatico, mentre dove giocavo prima era tutto più piatto. Qui sei più esposto, lì invece c’era maggiore serenità perché giustamente puntavamo a obiettivi molto diversi. Non vedevo l’ora vista l’età di calarmi in una realtà come quella rosanero. Hai stimoli importanti che ti invitano a fare sempre meglio: non ho mai giocato la Serie A, voglio arrivarci, anche perché – conclude – se non ho avuto questa possibilità sarà perché non sono mai stato abbastanza bravo. Questo è uno degli ultimi treni da non perdere, a 30 anni inizi inevitabilmente a pensare ad alcune cose: quando è arrivata la chiamata del Palermo infatti sono esploso di gioia. Voglio godermi questo momento fino in fondo”.

 
 

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