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Palermo e il pit stop in attesa della C: una partita ogni 3 giorni e gare in campo neutro?

Cosimo Sibilia, presidente della Lega nazionale dilettanti, intervistato da Sportitalia cerca di fare chiarezza su un'eventuale ripartenza: "Quella del 17 maggio potrebbe essere la data più giusta, vogliamo concludere il campionato"

Inizia (forse) a delinearsi il futuro del Palermo e di conseguenza anche del campionato di D, con Cosimo Sibilia, presidente della Lega nazionale dilettanti, che adesso sembrerebbe avere le idee un po’ più chiare. “Quella del 17 maggio potrebbe essere la data più giusta, vogliamo concludere il campionato”, ha detto in mattinata a Sportitalia. Poi però Sibilia ha anche voluto ricordare, ancora una volta, l’aspetto più importante di questa emergenza: “Per far si che si possa tornare a giocare sarà fondamentale accertare che ci siano le condizioni sanitarie necessarie, giocheremo solo e soltanto se sarà giusto farlo”. 

Così il cammino del Palermo verso la C potrebbe riprendere proprio dalla mancata tappa di Corigliano. “E’ dalla giornata successiva alla sospensione che vorremmo riprendere – ha poi aggiunto Sibilia - . La nostra intenzione è quella di finire i campionati sempre che l’emergenza Coronavirus sia passata e che ci siano tutte le condizioni sanitarie per poter giocare. Al momento – ha continuato – non voglio soffermarmi sull’ipotesi sospensione dei campionati, con conseguente cristallizzazione della classifica, perché – spiega - come Lnd la nostra volontà è quella di portare a termine il campionato, anche perché il nostro auspicio è che possa essere il campo l’ago della bilancia e vogliamo davvero raggiungere questo obiettivo quando le condizioni saranno ottimali”. 

Circa quaranta giorni a disposizione per concludere il campionato, con una media di tre partite alla settimana. E’ questa la tabella di marcia stilata per il momento della Lega Nazionale dilettanti. Un tour de force senza precedenti per il Palermo ma queste al momento restano solo ipotesi. “Stiamo vagliando varie ipotesi, come ad esempio il fatto che se in alcune città non dovesse risultare possibile giocare potremmo anche individuare altri campi, sempre per garantire prima di tutto la salute dei giocatori, dei tesserati e dei cittadini. In questo senso aspettiamo anche di capire cosa deciderà il governo per quanto riguarda il discorso porte aperte o chiuse. Aspettiamo senza fare previsioni che possano essere smentite da un giorno all’altro, insomma – conclude – siamo pronti ad adeguarci a tutto”. 

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