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I giocatori del Palermo non ci stanno: "Abbiamo il diritto di giocare i playoff"

Musi lunghi e occhi lucidi, i calciatori tutti insieme in sala stampa per contestare la decisione della Lega di B: "Almeno si aspetti l'appello. Così siamo stati depredati della nostra dignità". Il capitano Nestorovski: "Il nostro futuro? Difficile parlarne adesso"

"Ci sforziamo, ma non riusciamo comunque a trovare una giustificazione a tutto quello che sta succedendo. Ci hanno tolto il diritto di sudare per un traguardo, siamo stati depredati della nostra dignità”. Con queste parole tutta la squadra del Palermo ha deciso di rompere il silenzio per stringersi attorno al dolore di un’intera città. Tutti uniti, l’uno di fianco all’altro. Come se stessero per giocare una delle tante partite disputate in carriera. Questa però ha tutta un’altra valenza. In palio c’è il futuro di questa città e di questi colori. E in fondo anche il loro, quello dei giocatori che alla domanda se qualcuno si sente già da adesso di giurare fedeltà alla maglia, hanno risposto così: “Noi siamo di proprietà del Palermo, sarà la società a decidere. Certo, con questi ingaggi...”.

Giocatori del Palermo in sala stampa | Video

Occhi lucidi per alcuni, musi lunghi e sguardi persi nel vuoto. Eppure fino a tre giorni fa gli stessi giocatori giocavano in un Barbera gremito per inseguire la serie A. Il presente però dice ben altro e quella di domenica scorsa potrebbe anche essere l’ultima fotografia di un’annata piena di colpi di scena. “Come protagonisti principali quali siamo – dice Pomini leggendo in sala stampa un comunicato scritto da tutta la squadra - non riusciamo a trovare alcuna giustificazione per il comportamento del Consiglio Direttivo della Lega B che, alla presenza di componenti in potenziale conflitto di interessi e senza un criterio oggettivo o una potestà normativa, decide di prendere una decisione che stravolge le regole a campionato ormai concluso. Ci chiediamo: su quali basi si è deciso di far disputare i play off, quando è stato emesso solo un primo grado di giudizio? Con che criterio i nostri colleghi del Foggia Calcio hanno perso il diritto a disputare i playout? Rivendichiamo come calciatori del Palermo Calcio il diritto di poterci guadagnare sul campo la vittoria attendendo, quantomeno, la pronuncia della Corte d'Appello Federale. A quel punto accetteremo il verdetto qualunque esso sia. Ma fino ad allora faremo sentire in ogni sede opportuna e possibile la nostra voce perché siamo stati depredati della nostra dignità. Ci hanno tolto il diritto di sudare per un traguardo. Ci facciamo rappresentanti di una città ferita, di persone che hanno voglia di urlare che, in uno Stato di diritto, così non funziona, che non si possono calpestare i diritti con un colpo di penna deciso in potenziale conflitto di interessi. Continueremo la nostra lotta fino a quando ci sarà possibile accompagnati dall’Aic, con l’intenzione di far valere e tutelare i nostri diritti”. 

Poi a prendere la parola è stato il capitano del Palermo, Ilija Nestorovski. Che in piena sinergia con quanto appena letto da Pomini, ha voluto esprimere il proprio pensiero da capitano, ma anche e soprattutto da uomo. “Abbiamo passato un anno difficile – dice l’attaccante - abbiamo trascorso qui al campo d’allenamento ogni giorno per provare a fare qualcosa di grande. Ma adesso ci hanno rubato il nostro terzo piazzamento in classifica. Come mai l’anno scorso i playoff sono stati spostati di dieci giorni per la sentenza del Bari e adesso invece ci parlano di problemi relativi ai nazionali. Si sono forse dimenticati che sia l’anno scorso che quest’anno abbiamo giocato più volte senza pedine importanti per via dei vari impegni con le rispettive federazioni? Diventa difficile accettare questa situazione, ma noi siamo qui. Continueremo ad allenarci perché non ci resta che sperare che quella con il Cittadella non sia stata l’ultima partita che abbiamo giocato con questa maglia. Dobbiamo credere nella serie A. Dai giocatori ai tifosi. Tutti insieme”. 

Conferenza giocatori Palermo 2-2-2

E qualora al Palermo dovessero confermare la pena inflitta in primo grado? Su chi puntare? “Difficile – confessa Nestorovski – dirlo adesso con certezza. Anche perché ora è troppo presto per fare certi discorsi. Magari abbiamo stipendi troppo alti per certe categorie. Noi siamo di proprietà del Palermo, per noi deciderà la società". Da palermitano ai palermitani: anche Mazzotta ha espresso il proprio punto di vista, lui che dopo aver vissuto per nove anni lontano dalla propria città era tornato in Sicilia in estate per riportare la sua squadra del cuore nella massima competizione italiana. “Da palermitano e da tifoso del Palermo non posso, così come il resto dei miei compagni, essere molto amareggiato. Ci  è stato tolto un terzo posto sudato, che ci siamo guadagnati sul campo. È da luglio che corriamo, è da luglio che stiamo lontani dalle nostre famiglie. Da luglio facciamo sacrifici ogni giorno. E adesso che fanno? Ci tolgono il diritto di provare ad andare in A”.

Tante voci ma un unico coro. Perché su una cosa sono più che sicuri i giocatori del Palermo: “Fino a quando non si esprimerà la corte d’appello federale noi continueremo a credere nei playoff.  Non vogliamo giudicare il lavoro della procura federale – precisa Pomini - le nostre responsabilità ce le siamo prese, anche noi abbiamo commesso degli errori. Ma questo non toglie il fatto che ci siamo guadagnati sul campo il diritto di disputare i playoff. Il consiglio direttivo non aveva alcun diritto di prendere quelle decisioni a tavolino. Noi vogliamo dimostrare il nostro disappunto. Stiamo assistendo a una forzatura che non ha precedenti, ha deciso un qualcosa che non aveva assolutamente senso, alcune squadre hanno tratto benefici, altre no. Pensiamo anche ai colleghi del Foggia - conclude Pomini che non potranno disputare i playout". 


 

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