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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Il ritorno di Stellone: "Non dormo da quella notte a Frosinone, sono in debito coi tifosi"

Dopo l'esonero di Tedino, il tecnico romano si è (nuovamente) presentato al fianco del ds Foschi. "Ho accettato perchè abbiamo le carte in regola per riprenderci quello che non siamo riusciti a ottenere la passata stagione"

Entusiasmo, fermento, rammarico per la finale dei playoff, ma soprattutto la consapevolezza di essere tornato nel posto giusto al momento giusto. Tedino è già un lontano ricordo. A Palermo, adesso, c’è Roberto Stellone. Presente alla conferenza stampa di presentazione anche Rino Foschi che ha giustificato così l’esonero dell’ex Pordenone: "Una scelta che parte da molto lontano e non dalla sconfitta di Brescia. Stellone intanto manda un messaggio alla squadra e ai tifosi: “Non ho dormito per tre mesi. Ho un debito con questi tifosi".

Foschi: "Zamparini sa quanto vale Stellone e quanto Tedino"

C’è aria di festa dalle parti di viale del Fante, o almeno non si respira più sofferenza. Nonostante sia arrivato da soli tre giorni, "l’effetto Stellone" sta dandoi primi frutti. Tanto da vedere per la prima volta in stagione Rino Foschi in sala stampa. Ci ha voluto mettere la faccia il direttore sportivo romagnolo per spiegare i motivi che hanno indotto il club rosanero a chiamare Tedino ad agosto per esonerarlo tre mesi dopo. "Questa - ha detto Foschi - è la prima volta che ci incontriamo con voi giornalisti e se sono qui è perché ci tengo a precisare alcune cose. Quello di Tedino è un cambio che non dipende soltanto dalla brutta sconfitta di Brescia, ma che parte da molto più lontano. La società - confessa - non era pienamente convinta del lavoro svolto finora. Il presidente conosceva benissimo sia il valore di Tedino sia quello di Stellone e se al mio fianco in questo momento non c’è Tedino, vorrà dire qualcosa. In estate avevamo fatto determinate scelte, ora abbiamo deciso di fare un passo indietro: pensiamo che Stellone sia la persona giusta, un profilo che conosce bene l’organico e i nuovi innesti. Non siamo in un momento di difficoltà: la squadra è serena e a differenza di quanto leggo più volte all’interno dello spogliatoio non c’è alcun giocatore scontento".

"Mi sento in debito con questi colori. Qui per scrivere un nuovo capitolo"

Da Foschi a Stellone. Un entusiasmo dirompente e sorriso a 32 denti. Questo suo secondo mandato in Sicilia appare quasi come una liberazione. Perché quella fatale finale playoff è una ferita che brucia ancora, che in questi tre mesi d’assenza ha continuato a riaffiorare con una certa frequenza nella mente del tecnico 41enne. Adesso però il presente dice altro: Stellone può ricominciare da dove aveva finito. "Se ho accettato - dice il tecnico nato a Roma - è perché sono più che convinto che abbiamo tutte le carte in regola per riprenderci quello che non siamo riusciti a ottenere nella passata stagione. Sentivo di avere un debito con la società, ma soprattutto con i tifosi. Anche e soprattutto per questo torno con molto entusiasmo, tanto che non vedo l’ora di poterlo trasmettere ai ragazzi. Devo assolutamente far conquistare a questa squadra la promozione. Non importa quello che è successo a luglio. La società - spiega - ha preferito ricominciare da Tedino, io sono rimasto a casa, ho dormito poco pensando a quella notte di Frosinone e pensando anche a quello che hanno dovuto sopportare i tifosi e la società. La mia medicina è proprio questa seconda possibilità: non voglio sprecarla, non voglio fallire. Voglio raggiungere l’obiettivo che non siamo riusciti a centrare nella passata stagione”.

"Gruppo simile, ma sicuramente più forte"

Annata nuova vita nuova, ma stessa squadra. Perché, nonostante siano passati tre mesi e una sessione di calciomercato, è cambiato decisamente ben poco dall’ultima apparizione di Stellone sulla panchina del club rosanero. Sono andati via La Gumina, Coronado e Gnahorè, ma sono arrivati Falletti, Puscas, Haas, Mazzotta, Salvi e Brignoli. "Ho visto giocare il Palermo in tv in queste prime partite di campionato - ha dichiarato Stellone - e quello che al momento mi sento di dire è che la squadra è molto simile a quella che ho allenato nella passata stagione. Ci siamo rinforzati e penso che insieme a Benevento e Verona ci giocheremo il primato in classifica. La forza del gruppo però non deve farci stare sereni, perché chi meglio di noi sa cosa può succedere se non si centra la promozione diretta. Non sempre nel calcio a far festa sono le squadre meglio strutturate. I playoff sono un terno a lotto e anche e soprattutto per questo dovremo fare di tutto per evitarli".

"La differenza la faranno gli interpreti"

Capitolo modulo: qualcosa cambierà di sicuro. Una rivoluzione che molto probabilmente partirà proprio dal reparto arretrato: difesa a quattro e possibile centrocampo a tre. In avanti invece molto dipenderà dalle risposte che il tecnico rosanero riceverà in allenamento dai suoi attaccanti. "Quello che vorrei fare capire alla squadra è che oltre al modulo, a fare la differenza sono davvero gli interpreti. Questo è un gruppo molto duttile, che per caratteristiche tecniche può indossare veramente più abiti. Con i ragazzi - continua - ho parlato di qualche possibile schieramento. Tutti possono essere vincenti o meno. Non c’è una regola, spesso cambieremo anche in base al tipo d’avversario che ci troveremo di fronte. Se ad esempio in settimana dovessi accorgermi di avere cinque attaccanti in ottima forma andrei a sfruttare un certo tipo d’assetto che mi possa far esaltare quei determinati giocatori. Poi c’è anche da aggiungere che ogni modulo ha dei pro e dei contro. Per questo dico che alla fine a fare la differenza saranno sempre e soltanto i ragazzi. Spetterà a me designare un grande Palermo, ma soprattutto fare in modo che le giornate dalla luna storta nel corso dell’anno diventino sempre meno".

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