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Sabato, 20 Aprile 2024
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Telenovela Palermo: Richardson presidente, fuori dal Cda la figlia di Zamparini e De Angeli

Il club rosanero cambia il look del proprio Consiglio d’Amministrazione. Ma il closing si conferma un enigma. L’ingresso dei nuovi volti all’interno della società (anche Emanuele Facile nei quadri) potrebbe non smuovere nulla

Clive Richardson come Paul Baccaglini. Nessuna garanzia per il momento, ma intanto siederà sulla poltrona più alta del Palermo. In attesa di conoscere il reale futuro del club, con un closing che giornata dopo giornata dà l’impressione di essere sempre più distante da viale del Fante, il Palermo cambia il look del proprio Consiglio d’Amministrazione. Fuori Daniela De Angeli (fedelissima dell’imprenditore friulano) e la figlia di Zamparini, Silvana. Dentro invece sia Mr. Richardson che il socio di Maurizio Belli, Emanuele Facile. Nelle prossime ore il manager inglese 49enne vestirà ufficialmente le vesti di presidente. Ma a Palermo si sa: purtroppo non è tutto oro ciò che luccica. Perché l’ingresso dei nuovi volti all’interno del Cda potrebbe anche non smuovere nulla.

Intanto dopo Platt e Shehann a ‘dire’ goodbye è anche la denominazione sociale della compagnia britannica. Da Sport Capital a Jonzi23 Limited. E parte ufficialmente il countdown: 10 giorni di tempo a Richadrson, Facile e “friends” per fare raccolta e acquisire il Palermo.  

Questione di denominazione e… capitale sociale: dalla Global Futures Sports & Entertainment e le sue 200 sterline, si è passati alla Sport Capital Group (la società acquirente e controllante della Sport Capital Group Investmentes Ltd) fino ad arrivare all’ennesimo cambio di denominazione sociale con la Jonzi23. Una società con un capitale sociale di una sola sterlina. L’unica figura attiva all’interno di questa scatola nera è quella di Jonathan Hoare, 56enne inglese amministratore della società di revisione e consulenza aziendale Welbeck Associates. Una sorta di gemella inglese della Financial Innovations di Maurzio Belli (advisor di Zamparini). Fra i clienti di Jonathan Hoare figura anche e soprattutto John Treacy, un profilo sempre più quotato come uomo chiave fra i rappresentanti di tutte le società che alla fine dovrebbero comprare il Palermo. Hoare, fra tutti i volti e cognomi tirati in ballo sarebbe l’unico capace di muovere -  attraverso società a lui riconducibili -  operazioni complessive per un valore d’affari pari a milioni e milioni di sterline. 

Ma al momento l’amministratore della società britannica non avrebbe nulla a che vedere con il Palermo, né tantomeno con Richardson. L’unico collegamento con la Sport Capital Group, adesso è quello che entrambe le società risultano avere sede al medesimo indirizzo: 30 Percy Street, London, United Kingdom. Al di là di questo però le milionarie operazioni di Hoare faticano a trovare altri riscontri con le cifre modeste che Treacy sta spostando attraverso la Eight Capital in altre società che apparentemente sembrerebbero legate al Palermo. Come ad esempio quelle dei giorni scorsi che riguardano la Pelican House Mining plc, un’altra società che intanto ha annunciato un altro cambio di denominazione. Per la precisione il 2 gennaio, guarda caso tre giorni dopo il termine ultimo stipulato nel precontratto da Zamparini e Mr Richardson. Pelican House Mining plc infatti diventerà Sport Capital Group plc solo e soltanto nei primissimi giorni del nuovo anno se l’assemblea dei soci dovesse dare il via libera. Ennesima operazione enigmatica dunque, perché la società che il 30 dicembre dovrebbe acquistare il Palermo, con ogni probabilità, nascerà soltanto tre giorni dopo il termine ultimo pattuito. 

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