"Il nostro regalo di Natale: la visita a scuola dell'amico di Peppino Impastato"
Oggi, io e i miei ragazzi, ci siamo fatti un bellissimo regalo di Natale: abbiamo incontrato una persona speciale che ci ha raccontato un pezzo di storia di 40 anni fa, ma ancor oggi attualissima… Come sa chi segue i miei articoli, io e i miei ragazzi abbiamo la passione del teatro scolastico e anche quest’anno stiamo preparando due spettacoli nuovi che usciranno dopo il 27 gennaio, il giorno della memoria.
L’anno scorso abbiamo scelto di sperimentare il teatro della legalità e ci siamo cimentati nel raccontare storie di personaggi della nostra Sicilia che hanno sacrificato la vita in nome di un ideale di giustizia e di impegno sociale e ne abbiamo scritto e rappresentato qualcuna. Tra queste, quella che, in assoluto, ci ha più colpito è stata la storia dei giovani speakers, che tanti anni fa, quando non esistevano né “Striscia la Notizia” né “Le Iene” ed era davvero difficile e pericoloso parlare e criticare il potere malavitoso perché il tessuto omertoso nella gente era davvero spesso… dai microfoni della loro emittente radiofonica denunciavano in modo satirico il malaffare di un piccolo paese, Cinisi, ad alta densità mafiosa.
Quell’ emittente radiofonica era “Radio Aut” e i suoi megafoni erano Peppino Impastato, Faro di Maggio e Salvo Vitale. Il 9 Maggio 2018 saranno passati quarant’anni dall’uccisione di Peppino Impastato; io, che nel 1978 avevo solamente tre anni, ho da sempre apprezzato e stimato il grande impegno sociale di Peppino e dei suoi amici e ho voluto che anche i miei ragazzi lo potessero comprendere e condividere. Visto che, per degli alunni appena adolescenti, la versione originale della vita di Peppino Impastato, (https://www.peppinoimpastato.com/inaria.htm), era oggettivamente troppo ardita da rappresentare, ne ho scritta una versione in stile “Striscia la Notizia”.
L’entusiasmo dei ragazzi è stato grande e immediato, però una domanda, fatta da una delle mie giovani attrici, mi ha raggelato il sangue….:“Sono belle e significative le storie che raccontiamo… ci insegnano tante cose… però non capisco: perché tutti quelli che hanno avuto il coraggio di difendere i loro valori sono morti? Non esistono uomini coraggiosi vivi?”…, lì per lì ho tentato di abbozzare una risposta diplomatica, volutamente incomprensibile, per non ammettere che l’obiezione postami era più che fondata. Come dimostrare ai ragazzi che gli uomini coraggiosi a volte muoiono, è vero… ma tante altre vivono una vita normale e VINCONO? Con qualche difficoltà e grazie alla preziosa intermediazione dell’amico Felice, che ringrazio, per Natale ci siamo regalati la risposta a questa domanda riuscendo ad invitare Faro di Maggio e Salvo Vitale che hanno accettato con di venirci a trovare a scuola per raccontare la loro esperienza.
Purtroppo Salvo è stato bloccato da un malessere ed è venuto solo Faro, cosa che ci ha resi ugualmente felici. Lo abbiamo accolto mostrandogli la nostra versione di Radio Aut e lo abbiamo visto commuoversi come gli succede quando, anche dopo tanti anni ricorda quell’esperienza. Ci ha raccontato come è nata Radio Aut con le apparecchiature avanzate dalla vecchia “Radio Sud” (ex Radio Apache) palermitana e di come avevano comprato pian piano, con sacrificio, il giradischi e il super8 e di come tanta passione comune per la giustizia non li faceva omologare alla genuflessa sottomissione di tanti“quaraquaqua” omertosi.
Ci ha raccontato di come Peppino fosse il più esposto tra loro… in quanto era il nipote del boss mafioso Cesare Manzella, e dell’esperienza circolo culturale Musica e cultura, che si occupava di ambiente, di campagne contro il nucleare e di emancipazione femminile che diventò un importante punto di riferimento per i ragazzi del paese. Di come i mafiosi non avessero mai perdonato a Peppino le critiche e gli sberleffi che quotidianamente rivolgeva loro… di come avessero saputo dell’ attentato 24 ore prima… ma la cosa non li aveva fermati… del profondo dolore portato nel cuore da tutti loro esploso nel discorso letto quella notte da Salvo Vitale che tutti conosciamo dal film di Marco Tullio Giordana…. di come siano andati a recuperare i resti di Peppino alla ferrovia per tentare di ricomporli… di come avessero accettato il rischio di fare la sua stessa fine perché i loro valori erano più forti della paura …..di come al processo abbiano lottato come leoni per tanti anni, testimoniando tutti a fianco di donna Felicia Bartolotta, la mamma di Peppino, e di come insieme abbiano accolto con sollievo la condanna del boss Badalamenti… e tante altre cose che hanno arricchito noi tutti e che ci hanno dato fortissime emozioni… che penso non dimenticheremo facilmente… ci siamo fatti insieme tante foto e ci siamo scambiati tanti abbracci nella speranza di rincontrarci in futuro…
All’ultima domanda che gli abbiamo rivolto prima di salutarlo: “Faro, perché nei libri di scuola una storia così forte della nostra terra, come la vostra, non viene raccontata?” questa la sua risposta: “Forse 40 anni sono pochi… o forse tanti… ma l’importante è non dimenticare!” Questo articolo è stato scritto a 4 mani con la mia collega Maria Grazia con la quale abbiamo condiviso la suddetta esperienza.