Assistenti alla Comunicazione, una vita da precari: "Può un bambino autistico essere vittima della burocrazia?"
Riceviamo e pubblichiamo:
Sono un’assistente all’autonomia e comunicazione, laureata in pedagogia. Dopo anni di esperienze come educatore in comunità per minori e come educatore domiciliare, ho iniziato a lavorare nelle scuole occupandomi di bambini autistici. Oggi ho sentito il bisogno di scrivere perché la precarietà in cui lavoriamo noi Assistenti non può passare inosservata. Il nostro sevizio, nelle città metropolitane del Palermitano, viene gestito dalle cooperative, a cui il comune assegna l’incarico. Tutto ciò comporta una precarietà assoluta, un continuo cambio di cooperative, noi operatori siamo continuamente licenziati e riassunti, con dei vuoti di servizio, tra un bando e l’altro… e ovviamente tutto ciò crea discontinuità all’alunno a noi assegnato, poiché si vede privato della nostra figura.
La nostra figura professionale, di cui purtroppo ancora troppo poco si parla, ha un ruolo fondamentale a scuola, lavora con e per il bambino autistico, lavoro con e per gli inseganti, sia di classe che di sostegno, affinchè venga attuata una didattica inclusiva, affinchè si possano raggiungere obiettivi importanti per l’apprendimento del bambino, e per fortuna ho sempre incontrato, nelle scuole di Villabate insegnanti e presidi di alta professionalità, aperti alla collaborazione e disposti a lavorare per un obiettivo comune. Ma tutto ciò non può essere realizzato, se non c’è continuità del servizio.
Nello specifico di quest’anno, il servizio è stato sospeso il 30 novembre, e noi operatori non siamo più stati riassunti. Siamo in attesa che venga nominata una nuova cooperativa, ma nello stesso tempo non c’è la copertura economica affinchè il servizio riparta. Ciò comporta circa 30 operatori a casa senza lavoro, tanti bambini a scuola privati di una figura professionale obbligatoria e importante per il loro apprendimento scolastico. So che ciò non dipende dal Comune, so che il comune di Villabate non è l’unico, ma così sono tutti i comuni della città metropolitana, non voglio puntare il dito contro nessuno, ma mi chiedo: può un bambino autistico essere vittima della macchina burocratica? Può la sua presenza a scuola, il suo apprendimento, il suo progresso dipendere dalla macchina burocratica? Può un lavoratore rimanere in “stand by” per mesi in attesa di essere riassunto garantendo così la continuità all’alunno? Può tutto ciò rimanere nell’indifferenza, nel silenzio, di genitori, associazioni, presidi e insegnanti? Io non ci riesco…
“L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria. Non è vita. Perciò odio gli indifferenti". A.Gramsci
Daniela Salamone