Chicche toponomastiche nel centro storico, in vicolo Gelsomino un provvidenziale "gomito" nel tubo di scarico
Attraverso le vie, i vicoli, i cortili del centro storico di Palermo, è possibile scoprire un mondo - costituito dalle targhe (sempre che ci siano) e dalle indicazioni toponomastiche - che rimanda ad antichi mestieri ormai scomparsi, a figure professionali altrettanto scomparse come il ricottaro, il cappellaio, il semolaro; a caratteristiche locali, ad eventi, non sempre edificanti (come in via Scippateste), ad oggetti, ad una ricchezza immaginifica che a volte lascia stupiti.
Alla scoperta di queste chicche toponomastiche, è impossibile non notare come sembri che proprio le targhe più significative ed evocative facciano quasi da calamita, da passaggio obbligato per tutti i fili elettrici, i cavi, i tubi di ogni tipo, dimensione, funzione possibile, fino al punto da oscurare quasi del tutto l'indicazione toponomastica sottostante.
Per questo, incontrare il vicolo Gelsomino, in cui un avveduto operaio ha pensato bene di realizzare un "gomito" nel tubo di scarico che diversamente avrebbe coperto la scritta, è rassicurante: qualcuno ha adottato una semplice, ma efficace soluzione - magari dal risalto non proprio estetico - affinché tutti possano leggere in posto in cui si trovano.