Romagnolo, la passerella data alle fiamme un pericolo per l'incolumità dei cittadini
Dopo il secondo incendio in pochi giorni del pontile di Romagnolo, interveniamo per raccontare come stanno le cose. Abbiamo sentito troppe inesattezze (per usare un eufemismo) sulle responsabilità dei vari soggetti istituzionali, con rimpallo di competenze ai limiti dell'assurdo. Ecco la storia : 1. La struttura in legno, con annessa passerella sospesa, fu costruita nel 2003 con appalto pubblico negli ex "Bagni Petrucci" su concessione mista (privata e demaniale) al fine di riqualificare l'area del lungomare, al modico costo di 5 MILIONI di euro, ovvero DIECI MILIARDI delle vecchie lire; 2. l'appalto prevedeva un costo accessorio di 200 MILA euro per la vigilanza privata dell'area (MAI ESEGUITA); 3. in violazione dell'art.677 codice penale non è mai stata effettuata alcuna manutenzione ordinaria nè straordinaria della struttura; 4. l'accesso dal piano stradale è stato lasciato libero, consentendo negli anni il susseguirsi di atti vandalici; 5. a seguito di numerose segnalazioni il manufatto fu posto sotto sequestro e affidato alla custodia del Demanio Marittimo dell'Assessorato; 6. nel 2015 il consigliere comunale Gaspare Lo Nigro segnalava al Comune di Palermo (Sindaco, Comando dei Vigili del Fuoco e Comando dei Vigili Urbani), l'imminente pericolo grave per la pubblica incolumità, viste le condizioni della struttura; 7. il 29/12/2015, a seguito di questa segnalazione, la Giunta Comunale deliberò la messa in sicurezza della struttura , sulla scorta di una dichiarazione di URGENZA ex art. 175DPR 207/2010 a firma della Protezione Civile, che sollecitava la chiusura dei vani di accesso mediante tavolati di abete e l'inibizione all'ingresso nell'area pericolante mediante la posa di recinzione metallica.
Fu disposta anche la redazione di una perizia estimativa per l'autorizzazione di questi lavori, stimati in euro 4,187.00; 8. Il 25 marzo 2016, visto che nulla di quanto deliberato era stato eseguito, la Soprintendenza di Palermo sollecitava l'area tecnica della riqualificazione Urbana a fornire copia di atti e provvedimenti autorizzativi, senza esito. Da allora il nulla! Viste le terribili condizioni in cui versava la struttura, ancor prima dei due recenti incendi, condizioni raccapriccianti da noi documentate con foto e filmati inviati alle Istituzioni e pubblicati sui social e sulla stampa, nonchè dell'evidente spreco di denaro pubblico, sottratto ad altre importanti iniziative per il risanamento del territorio, il 18 giugno del 2016 abbiamo inoltrato un esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, a firma della nostra Associazione Comitati Civici Palermo, dell'Associazione Vivo Civile e degli allora consiglieri comunali Gaspare Lo Nigro e Filippo Occhipinti.
Abbiamo ravvisato il compimento di diversi reati previsti e puniti dal Codice penale, e precisamente : • violazione dell'art. 677 c.p. (omissione di lavori necessari per rimuovere pericoli da edificio o costruzione che minacci rovina); • violazione art.434 c.p. (Crollo di costruzioni o altri disastri dolosi ) che punisce chi non mette in atto le misure per prevenire un concreto ed imminente pericolo per la pubblica incolumità. Ovviamente sarà la Magistratura a stabilire se vi siano delle responsabilità ed a carico di chi, ma è evidente la scarsa cura prestata al manufatto che adesso risulta posto sotto sequestro giudiziario, a cura del magistrato che sta effettuando le indagini a seguito del nostro esposto. Vi abbiamo raccontato questo perché è stata sorprendente la reazione dei palermitani alla notizia degli incendi. Pochi si erano resi conto dello stato della struttura, nessuno, o quasi nessuno, ha posto in essere azioni concrete per la salvaguardia di un bene comune, la sicurezza dei cittadini, e per ridare dignità ad una delle zone più belle della nostra costa. Lo stiamo facendo noi da semplici cittadini.
Giovanni Moncada, Presidente dell'Associazione Comitati Civici Palermo
