"Il Piano del Comune per la costa una speranza per la Bandita"
C’era una volta una borgata marinara alle porte di Palermo chiamata Bandita, il cui nome trae origine da una donna. Di tale donna non si conosce il nome ma il soprannome, la “Sbannuta”, poi italianizzato in Bandita. Questa, offriva servizi di diverso genere nella sua taverna, e pare fosse anche luogo privilegiato per il rifugio di banditi e gente di malaffare con i quali la signora sapeva trattare. All’interno di questa località sorgeva un delizioso porticciolo, animato dai folcloristici pescatori, luogo di alta attrazione paesaggistica e strategica economia locale. Posto singolare e un unico in città, era sino a non molto tempo fa uno tra i fondali più pescosi di Palermo, poi per ragioni inspiegabili all’umana comprensione, venne sacrificato al sacco di Palermo, con il relativo insabbiamento delle acque, che ad oggi ha messo in disuso questa splendida risorsa cittadina e sancito la morte dell’economia locale.
La notizia di un Pudm (Piano d'uso del demanio marittimo) per la costa di Palermo che riparta dall’esigenze del territorio, non può che caricarci di speranza. La “Sbannuta”, e i suoi pescatori devono tornare a pescare e a ridare colore a tutto il territorio di Palermo. Il porticciolo del Bandita è una risorsa.