Ospedale Cervello, pronto soccorso: si salvi chi può...
Mio papà accusa un forte dolore al petto, vive da solo, riesce a chiamare noi figli, attimi di panico, la chiamata al 118, la corsa al pronto soccorso. Papà è un ex infermiere del pronto soccorso dell'ospedale Cervello in pensione, e si decide di portarlo lì perchè per lui dopo 20 anni di servizio in quel reparto, quel luogo è come se fosse una seconda casa... forse si aspetta di trovare qualche volto conosciuto, qualcuno che riconoscendolo magari gli potesse dire: ei sei proprio tu? che ti succede? un pò di calore umano insomma... quello di cui si ha ugualmente bisogno insieme alle ovvie cure mediche...
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Che delusione, povero papà. Siamo già al quinto giorno di permanenza al pronto soccorso, in attesa di ricovero, a causa delle lunghe liste di attesa nei reparti. Siamo in Osservazione Breve Intensiva (OBI) negli ambienti adiacenti alle tre stanze di visita del pronto soccorso.
Premetto che non mi permetterò di scrivere nulla sulle competenze dei medici, perchè non avrei i titoli per farlo. Vorrei solo raccontare quello a cui fino ad oggi ho assistito... e fare insieme a voi delle riflessioni...
E' innegabile che sicuramente il personale è sottodimensionato per la mole di persone e quindi di lavoro che giornalmente questo reparto "accoglie"...
Ma io mi chiedo: come può l'eccesivo carico di lavoro far tramontare inesorabilmente il concetto di umanità?!?!?!? proprio qui al Pronto Soccorso, in prima linea dunque, dove se ne ha più di bisogno!!!!!!!!!
Attenzione! Non mi riferisco alle barelle nei corridoi, alle carrozzine sgangherate sulle quali persone sofferenti di oltre 70 anni passano la notte insieme ad una flebo....ai bagni disastrati, perchè comunque la responsabilità di queste carenze si trova plausibilmente al di fuori di quelle mura...
Mi riferisco al lavoro di squadra che mi aspettavo di trovare nel personale, alla comprensione nei confronti di gente che comunque vive un doppio disagio per le mancanze strutturali....all'attenzione che ogni singolo caso merita in quanto aldilà del codice colorato assegnato, c'è gente che ha delle sofferenze...
E invece, tutto il contrario, soprattutto nel personale con più anni di servizio.
- Una signora anziana, barcollante, incontra un "camice celestino" e domanda: è da due giorni che manca la carta igienica nei bagni, come ci dobbiamo pulire con le mani? e lui infastidito mentre chiaccherava con una conoscente risponde: Eh Signora ha aspettato due giorni ne aspetta due giorni più un'ora!
- In corsia ad un anziano in barella viene urtata l'asta porta flebo, che cade quasi a terra, da una barella vuota spinta da un "camice celestino" che scherzando con un collega non pone molta attenzione al percoso "tortuoso" che si trova d'innanzi, e dopo l'urto esclama: Attenzione! ma siete messi male però così! (con tono dispreggiativo). L'anziano risponde : fosse stato per me avrei preferito starmene a casa piuttosto che stare in queste condizioni... Ed il grande uomo "celestino" inscena una reazione di stizza tale da far intervenire il collega di risatine che lo tiene per il braccio esortandolo ad evitare scontri....
- Persone in barella, sia in corridoio che in stanza (OBI) a cui sarebbe necessario cambiare il pannolone lasciati per ore a se stessi, se non fosse per la fortunata presenza dei parenti che a mò di supplica cercano l'attenzione di qualche addetto all'assistenza che non potendo più scaricare l'incombenza ad altri finalmente interviene...
- I parenti che entrano con gli ammalati sono sicuramente un grande aiuto per il personale, li lavano, li cambiano, gli danno da mangiare, chiamano se serve... peccato per coloro che sono abbandonati anche dai parenti, per i quali non si provvede neanche con un lenzuolino la notte.... non si ha cura se mangiano, perchè il pasto arriva solo a chi risponde all'appello dal corridoio, e quindi a tutti coloro che hanno il parente che esce dalla stanza per loro...... se si lavano.... se hanno la febbre alta..... Nei casi, in cui si ha fortuna, per loro c'è sempre il parente di un altro ricoverato che con un pò di solidarietà provvede...
- La colazione è un optional, per due giorni di seguito non arriva, e l'addetto alla distribuzione ti risponde: vabbè io per esempio non faccio colazione tutti i giorni, e poi ci sono sempre le macchinette....
Basterebbe un pò più di umanità.... siamo persone che vivono giorni di forte disagio fra quelle mura, spesso per più giorni consecutivi in attesa di un tanto sperato ricovero. Una squadra di persone che lavorano in squadra per aiutare altre persone.... questo mi aspettavo, specialmente in un ambiente reso caotico dalla grande affluenza e dagli scarsi mezzi. Se con il tempo le persone diventano numeri, le lamentele routine, le richieste di aiuto fastidio... Forse è il caso che qualcuno vi mandi a casa, perchè il posto che ricoprite non lo meritate.