"Cara Emanuela Loi, non ti ho mai conosciuta ma mi commuovo pensando a te"
Riceviamo e pubblichiamo
Il 19 luglio sono passati ben 27 anni dalla tua morte, e più ti penso più rimango chiusa in un silenzio fatto di dolore e tanta rabbia. Io non ti ho mai conosciuta e quando te ne sei andata non ero nemmeno nata, nessuno quindi riesce a capire perché quando passa una tua foto in tv, durante una commemorazione, una lancia mi trafigge il petto fino a farmi mancare il respiro e farmi lacrimare, la gente mi dice: “Perché provi tutto questo? Non la conoscevi nemmeno quindi che ti commuovi a fare?”. Ma loro non possono comprendere, mi commuovo perché ti immagino insieme ai tuoi colleghi, con la mano sulla pistola ,mentre cercavi di capire se qualcuno avrebbe potuto colpire il dottore Borsellino.
Ti immagino con il tuo dolce viso da bambina piena di sogni e desideri e i ricci biondi baciati da quel sole che ti ha sorriso l’ultima volta in quel 19 luglio,penso anche che senza pietà e amore ti hanno fisicamente cancellata da questa terra come una gomma fa con la matita lasciandone però il segno. Ma perché parlare di ‘loro’? Perché parlare del 19 luglio soltanto? Voglio invece raccontarti di quanto mi hai ispirata, di quanto quella scelta sia stata ed è ancora ciò che mi dà forza e coraggio, ciò che mi spinge a fare ogni giorno la cosa giusta. Magari non farò grandi cose, ma nel mio piccolo e nel quotidiano anche le piccolezze cerco di farle utilizzando il senso di giustizia, legalità e verità. Ciò che mi meraviglia quando ascolto la tua storia è il coraggio e la forza di quegli ideali che pur avendoti portata ad una tragica fine ti hanno resa libera , e ti posso assicurare ,che seppur a distanza di anni, tu e i tuoi colleghi non siete rimasti soltanto dei nomi. Sai a Palermo tante cose sono cambiate e tante cose continueranno a cambiare, certo le ingiustizie continuano ad esserci e la criminalità opera ancora, ma non voglio essere pessimista anzi voglio avere quel pizzico di speranza che ha spinto te, Montinaro, Schifani, Antiochia, Russo e tanti altri a proteggere chi ci ha garantito un futuro leggermente migliore, se aveste pensato che il loro lavoro non avrebbe portato a nulla sicuramente non avreste fatto quelle scelte.
Ed in fondo questa mia speranza non è infondata; sai le coscienze dei giovani sono sveglissime, la paura lentamente sta passando e con essa anche l’omertà;sapessi di quanti negozianti espongono fuori dalle proprie attività il cartello "No pizzo"! nelle scuole vengono organizzate manifestazioni ed incontri con i parenti delle ‘vittime di mafia’ per ricordare e divulgare la memoria e attraverso questa quello che è giusto e legale, quello che ti rende libero. Io spero e continuo a sperare, ma voglio anche gridare alla forte Palermo e ai suoi cittadini di continuare a svegliarsi e ad aprire le coscienze, ci sono tantissimi modi per farlo: uno è quello di abolire l’indifferenza, di rispettare la città e i suoi monumenti, di cercare sempre di essere corretti anche nella quotidianità e di cominciare a valorizzare la città;non è vero che nulla funziona e che tutto è solo mafia, ci sono tantissime iniziative che promuovono la raccolta differenziata ,ad esempio,tanti centri ricreativi e progetti che premiano i giovani.
Magari non tutto è come noi vorremmo che fosse, ma mi piacerebbe far comprendere che noi e soltanto noi siamo il futuro di una città come Palermo, che dopo le guerre e le stragi che l’hanno insanguinata, merita solamente di essere apprezzata e curata,ed è solo grazie a gente come te che oggi porto avanti queste idee. Cara Emanuela bello e coraggioso raggio di sole che con il tuo sorriso hai portato luce,ti ringrazio per l’esempio che hai dato e per aver dimostrato,sfidando i pregiudizi di quegli anni, che anche una donna ha potuto fare un lavoro considerato solo da ‘uomini’. Ti prometto che il tuo ricordo continuerà ad essere presente e che le cose miglioreranno soltanto il tuo sacrificio non sarà stato vano.
Alessandra, una giovane ragazza che proprio come te crede nell’importanza di portare avanti e con determinazione i propri ideali