La costa di Romagnolo nel suo “Grande” splendore
Tra il fare e il facete nulla cambia… La costa di Romagnolo nel suo “Grande” splendore. Quando ancora Mondello era una palude, la costa di Romagnolo era la spiaggia dei palermitani. Tra i bagni della salute, i bagni Petrucci, e i bagni Virzi’, il palermitano aveva l’imbarazzo della scelta nello scegliere dove potersi scialacquare godendosi la tanta miracolosa Poseidonia. Il tempo passa inesorabilmente per tutto e tutti quindi anche per la spiaggia di Romagnolo; cosa è cambiato dai tempi gloriosi della “bella epoque”? Perché abbandonare Romagnolo e la sua spiaggia? Qualcuno in tempi non sospetti intercettò i primi finanziamenti “taggandoli” con il termine innovativo di riqualificazione.
Ecco, incominciammo ad assistere ai grandi cambiamenti che avrebbero portato finalmente una volta per tutte al giusto abbandono e degrado: la distruzione di Villa Moncada (gioiello di architettura e storia), il graduale abbandono di tutta la costa sud, via gli stabilimenti, mai più i “Bagni della Salute”, in compenso qualche palma e l’abbandono più assoluto. Da quel momento in poi, finalmente Romagnolo si sarebbe potuta riqualificare; “mettiamo una palma lì”, qualche panchina, un pontile (che poi ovviamente dobbiamo abbandonare e se è il caso bruciare), e poi non devono mancare i progetti di ogni tipo, dal noto architetto ai progetti universitari. Finalmente possiamo avviare un bel progetto, serve una visione per il territorio, mettiamo delle maestranze specializzate a lucidare le foglie. Ma ancora la formula non è completa, dobbiamo fare comizi e workshop, seminari e tanta altra roba.
Tuttavia, in questo splendido scenario, in cui tutto rispetta la regola aurea del giusto degrado, dove l’immondizia è presente in strada e in spiaggia, l’illuminazione stradale funziona a giorni alterni e i liquami che scaricano a mare sono censiti dal comune, c’è qualcosa che tende a rovinare tutto. Purtroppo, se scendi in spiaggia e becchi la corrente giusta, l’acqua è limpida, rischi anche di trovare della brava gente (fortunatamente non tutti), insomma pochi metri per isolarti dal mondo dalla nevrosi cittadina. Per fortuna questo spiraglio di civiltà non ha la meglio, tra la gente civile non mancano i "mao mao", tribù trapiantate tra la gente autoctona che con riti ancestrali riescono a imporre la propria presenza, come ad esempio la macchina in riva al mare, il gazebo in spiaggia e tanti altri “buoni” costumi, bottiglie di ogni forma abbandonate in spiaggia, resti di falò e tanta sporcizia.
Qualche riflessione fatta a voce alta, e se improvvisamente qualcuno decidesse di far rispettare le regole e fare bene il proprio dovere? Un disastro: spiaggia pulita, niente più rifiuti e un luogo fruibile dai palermitani. Speriamo bene… Sergio