L'amarezza dei 12 cassintegrati del Teatro Biondo
Riceviamo e pubblichiamo
"Buongiorno a chi mi legge, anche io leggo e con molto piacere che pubblicate belle notizie sulla ripresa Teatro Biondo, sugli spettacoli e sugli incassi. Dico con piacere, perché non è augurandosi "muoia Sansone con tutti i Filistei" che ci si può sentire meglio. Il solo pensarlo sarebbe essere come chi ci ha messo in questa situazione, non dico drammatica, ma alquanto difficile ma soprattutto ingiusta, vista l'esiguità della cifra per cui hanno preso questa insana decisione. Sono una delle dodici persone messe in Cassa Integrazione per 130 mila euro che non permettono al bilancio di essere a pareggio, come avete pubblicato il 8 ottobre u.s. a firma ……. Può darsi che mi sfuggono i vostri articoli ma non riesco a trovare nulla su "Come vivono e cosa provano, adesso, i 12 cassintegrati del Teatro Biondo?".
Viviamo l'iniquità con grande dignità pensando non a chi ha le tasche piene e l'orgoglio pieno di sé, ma cercando di rispettare onorevolmente gli impegni presi quando i nostri stipendi erano quelli "interi". Per capire ciò bisogna essere persone leali, empatiche e fondamentalmente oneste prima che con gli altri con sé stesse? Capisco che "incatenarsi" o salire sul "tetto" servirebbe a ben poco, visto il numero esiguo di persone che vorrebbero attuare queste ipotesi e con i colleghi, non tutti, che si battono per lo straordinario e non per i colleghi in acque melmose. Se potessi guardare negli occhi il nostro presidente Prof. Giovanni Puglisi, il nostro sindaco, Prof Leoluca Orlando, il nostro Presidente della Regione Sicilia Onorevole Crocetta che parla 4 lingue ma a quanto pare non il siciliano, direi loro tra le altre cose, ciò che forse nessuno fin'ora ha detto: "Avete pensato, anche una sola volta, che essere stimati ed amati è molto di più che essere temuti". (Ma forse queste parole sono comprese solo da chi ne conosce il profondo significato).
Non cito nemmeno il CDA del Teatro Biondo ne' chi lo dirige per ovvi motivi. Penso che se il Teatro fosse stato e fosse gestito da persone (e lo dico papale papale) "che uscivano ed escono i soldi dalle loro tasche" il Teatro Biondo sarebbe stato e sarebbe un fiore all'occhiello della città di Palermo. Perché "le colpe" quanto meno avrebbero dovuto e dovrebbero dividersi tra chi gestiva e gestisce e i lavoratori che non rendevano e non rendono e mettere rimedio nel momento in cui ciò avveniva ed avviene, ma di queste mie considerazioni e del senno di poi... Capisco che dal loro punto di vista applicano ciò che la legge consente loro, ma la vita è fatta anche di giustizia che spesso nulla ha a che fare con la legge. Capisco anche, molto bene, che c'è chi ha perso tutto e noi (12) dobbiamo ritenerci fortunati di avere la possibilità di sopravvivere. In attesa di ….? Altre negative, drastiche decisioni degli "dei" di cui sopra? O un ritorno "all'ovile"? Certo sono amareggiata com'è plausibile che sia e una delle cose che più fa male è che attorno al personale, scippato (dopo tanti anni di lavoro) e tradito, del Teatro Biondo sia calato il sipario dell'oblio in difesa di persone (non numeri) che ogni mattina si sono alzate e recate al lavoro, facendo il loro dovere e anche di più (per quanto mi riguarda dovere con piacere che è tutta un'altra cosa), correndo i rischi che corrono tutte le persone che lavorano e restando leali, nonostante tutto e tutti, al proprio modo di essere (innanzi tutto) ed estendendolo sia nel lavoro che nella vita privata.
Non so se questa mia verrà cestinata ne' conosco l'animo di chi legge ma se ha minimamente compreso ciò che, forse, non sono riuscita a spiegare, farà un giusto uso di questo mia voce, fuori dal coro pur non parlando solo per me. Altrimenti se avrà lo stesso esito delle mie scritte tre anni fa (su un orlo di un precipizio che non voglio assolutamente ripetere con lo stesso stato d'animo) agli onorevoli Leoluca e Rosario, dirò amen in virtù della mia comprensione verso persone che pensano il silenzio sia l'arma giusta contro ciò che ritengono solo un piccolo fastidioso episodio. Non ho mai avuto l'onore di conoscere un indirizzo a cui scrivere al nostro presidente Prof. Giovanni Puglisi, altrimenti avrei avuto il piacere, secondo qualcuno "l'ardire", di farlo. Probabilmente stare tanto in alto fa perdere di vista ciò che dal basso si coglie in tutte le sue sfaccettature. Capisco che la mia sembri inutile retorica ma ben venga se può essere la voce di una persona che ha sempre cercato di stare alle regole del vivere civile, e la mia sincerità sta nel dire apertamente che il 50% era ed è dovuto al timore e l'altro 50% per onestà insita nel DNA.
Certo mi sono dilungata e forse ho annoiato chi (se lo fa) mi legge ma almeno ho provato a dire la mia cercando di far capire che l'apparenza è spesso ingannevole e che la facciata, a mio avviso, deve essere bella quanto ciò che sta dietro. Mi sono dilungata cercando di esprimere il mio punto di vista e quello di tutte le persone che vengono schiacciate da tutti quelli che adoperano la legge talvolta a loro uso e consumo, considerando numeri persone che come loro usufruiscono di un dono: la vita. Vite che non dovrebbe essere calpestate da altri vite che forti del loro incondizionato potere le calpestano e non mi riferisco solo al Teatro Biondo ma all'intera umanità. Ma questo è un altro discorso. Chiedo scusa per la lungaggine, se mi sono mal espressa e sopra tutto se ho sbagliato destinatario. In ogni caso saluto cordialmente resto in attesa di leggere che il vostro giornale possa e/o voglia dire la sua su i cassintegrati del Teatro Biondo. Per quanto riguarda me, riflettendo, anche un vaffa sarebbe più gradito dell'essere ignorata. Sciuto Caterina (detta rita) da fine 1987 lavoratrice del Teatro Biondo e che non sa per quanto ancora. p.s. Mi scuso per eventuali errori e strafalcioni (dovuti, ahimè, all'ignoranza ma anche allo stato d'animo che penso e spero sia comprensibile e condivisibile).
Caterina Sciuto