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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Piccola guida per winelover, 5 cantine di Palermo da raggiungere per un calice di vino

Una grande festa dedicata al vino che apre le porte di oltre 800 cantine in tutta Italia. Si chiama Cantine Aperte l'appuntamento previsto sabato 25 e domenica 26 maggio in tutta l'isola e anche in città

Una grande festa dedicata al vino che apre le porte di oltre 800 cantine in tutta Italia. Si chiama Cantine Aperte l'evento che, da 27 anni, accoglie enoturisti e non solo nei luoghi clou di produzione del vino. Appuntamento per sabato 25 e domenica 26 maggio in tutta l'isola e anche a Palermo.

Un vero e proprio viaggio tra i filari che porta a conoscere l'infinita diversità della realtà vitivinicola siciliana. Fotogrammi di una missione fatta di qualità, accoglienza, valorizzazione del patrimonio agricolo e, perché no, innovazione nella tradizione. Così, sulle note fruttate di un buon vino, si possono ascoltare storie di bottiglie, territori, famiglie e aziende di successo. 

1. Duca di Salaparuta a Casteldaccia

Giuseppe Alliata, principe di Villafranca, principe del Sacro Romano Impero, grande di Spagna e duca di Salaparuta, appassionato e cultore del buon vino, decide di vinificare in proprio le uve provenienti dai suoi possedimenti a Casteldaccia e produrre un vino elegante, delicato, alla francese, assolutamente innovativo rispetto alla produzione isolana dell’epoca. Nascono Corvo Bianco e Corvo Rosso, due vere e proprie istituzioni dell'isola. 

2. Abbazia Sant'Anastasia a Castelbuono

Abbazia Santa Anastasia produce vini da vigneti autoctoni e internazionali secondo metodo di produzione biologico, recentemente convertito in biodinamico. La filosofia di produzione è improntata al rispetto della tradizione, ma anche dell'ecosistema, utilizzando moderne attrezzature enologiche ed energia che proviene da fonti alternative. I vini prodotti sono pura espressione del terroir che li origina.

3. Alessandro di Camporeale a Camporeale

In un territorio posto tra 400 e 600 metri sul livello del mare contraddistinto da un clima mite ma non arido con significative escursioni termiche tra il giorno e la notte si estendono i 35 ettari di vigneto, su un totale di 50, di cui 2 destinati alla produzione di olio. E' in questi terreni argillosi e calcarei che la famiglia Alessandro punta alla valorizzazione di varietà autoctone, come Nero d’Avola, Catarratto e Grillo, e di varietà internazionali come Syrah e Sauvignon Blanc che si sono ben adattate al territorio di Camporeale.

4. Baglio di Pianetto a Santa Cristina Gela

Una produzione vinicola di alto spessore dove esiste e si realizza un equilibrio tra tradizione e innovazione. Questa particolare armonia passa inevitabilmente per il rispetto dell’integrità di materie prime d’eccellenza, in un quadro parallelo di ottimizzazione delle risorse naturali che quei territori esprimono carattere. Un processo all’insegna dell’avanguardia tecnologica che, però, non dimentica come il vino nasca e si sviluppi in vigna, non in cantina.

5. Tenute San Giaime a Gangi

A Gangi, nel cuore delle Madonie siciliane a 1.000 metri di altitudine, da un vitigno cosmopolita considerato quasi un autoctono, nasce un Syrah di montagna, il “Tenuta San Giaime”. Come tutti i vini di montagna presenta caratteristiche e qualità del tutto particolari, per la ricchezza di sfumature e l’equilibrio tra gusto e olfatto. Per effetto dell’altura e dei raggi del sole è inoltre più ricco di polifenoli utili alla salute dell’uomo.

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