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Giovedì, 28 Marzo 2024
Scuola Borgo Nuovo

Vincenzo Agostino e Libera all'Ascione

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

Nino, Ida e un bambino mai nato, la battaglia di una vita di un padre e una madre alla ricerca di giustizia e di una verità solo intravista. Sono trascorsi trent'anni dall'uccisione del poliziotto Nino Agostino e della moglie Ida Castelluccio, ma ancora oscure restano le trame della vicenda. "Sono morti davanti i nostri occhi, tenendosi per mano e da allora ho cominciato a chiedermi perché". Vincenzo Agostino rivive quei tragici momenti, affidando "memoria e impegno" agli studenti dell'Ascione, rapiti da quelle parole e quei silenzi che, come schegge, hanno scalfito l'aria dell'Auditorium e sfidato l'indifferenza.

"Non è un film o una favola. È la realtà". Continui i richiami all'oggi, al dovere del ricordo, alla costruzione di un'identità "con la fedina penale pulita", di un futuro migliore all'insegna dell'altruismo e della legalità, che negli occhi di questi giovani diviene già presente. "Ho girato l’Italia per trent'anni con a fianco mia moglie che purtroppo adesso non c'è più; un Babbo Natale vestito di nero per un mondo migliore per voi. Vorrei tanto che uscendo da questa scuola realizziate i vostri sogni e andiate a lavorare. Ricordo ancora l'orgoglio e la gioia della notizia di un figlio poliziotto, un uomo a servizio dello Stato e a difesa delle vittime di soprusi. Ragazzi, quante ore trascorrete a messaggiare al telefono con sconosciuti? Siate guardiani l’uno dell’altro, nel bene non nel male. Prendete il debole sottobraccio e parlategli. Simili tragedie non devono accadere mai più! Nel vostro cammino troverete anche tanti ostacoli e corruzione anche di chi non dovrebbe, ma non arrendetevi. Io a 85 anni non l'ho ancora fatto, nonostante le reticenze, i depistaggi e le delusioni".

L'omicidio dell'agente Agostino "non può e non deve essere dimenticato. Ricordare è già sperare", ha affermato in chiusura la Preside dell'Istituto Sara Inguanta, ringraziando "quest'uomo energico" e l'associazione Libera che ha organizzato l'incontro.

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