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Venerdì, 29 Marzo 2024
Salute

L'allarme: "In Sicilia procreazione medicalmente assistita ferma al palo"

Il 20% delle coppie ha problemi riproduttivi e a 40 anni il patrimonio follicolare della donna scende al 5%: sono tra i temi che verranno affrontati nel convegno nazionale che si terrà al Mondello Palace sulla medicina della riproduzione

Il 20% delle coppie ha problemi riproduttivi. A 40 anni il patrimonio follicolare della donna scende al 5%. E i tassi di successo delle tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA) diminuiscono linearmente dal 25,6% per le pazienti con meno di 34 anni al 6,3% per quelle con più di 43 anni: sulle liste d’attesa la lotta è anche contro l’età. Sono tra i temi che verranno affrontati nel convegno nazionale che si terrà a Palermo sulla medicina della riproduzione. L’appuntamento è al Mondello Palace Hotel dal 26 al 28 aprile.

“Il futuro della procreazione medicalmente assistita (PMA) nella nostra Regione si presenta incerto - affermano Antonio Perino e Giuseppe Valenti, rispettivamente direttore del centro interaziendale di procreazione medicalmente assistita per la Sicilia Occidentale (Villa Sofia-Cervello, Policlinico universitario, Asp 6 di Palermo) e coordinatore regionale della Siru (Società Italiana Riproduzione Umana) - a fronte della mancata previsione del budget per il 2018 per i centri privati accreditati e dell’esaurimento delle risorse di quelli pubblici, nonostante il suo inserimento nei Lea (Livelli Essenziali di Assistenza), con la conseguente dilatazione delle liste di attesa: in media da sei mesi a oltre un anno nel pubblico. Inoltre, nulla è stato ancora previsto circa i nuovi ticket, perciò abbiamo voluto inserire nell’ambito della tre giorni una prima sessione di confronto con le istituzioni”.

Il convegno nazionale, dal titolo “Politics and Science on Reproductive Medicine”, è inserito nel programma “Palermo 2018 Capitale Italiana della Cultura”. Al centro della sessione pomeridiana di giovedì 26 aprile - che sarà moderata dal giornalista Giacinto Pipitone - lo stato dell’arte della PMA e gli esiti dell’attività di verifica condotta dal Centro Nazionale Trapianti sulle strutture siciliane autorizzate alle prestazioni: ad illustrarli il direttore del CNT, Alessandro Nanni Costa.

Al centro delle sessioni scientifiche le tecniche di riproduzione medicalmente assistita.  “Le tecniche di PMA - spiegano Perino e Valenti - possono essere di I livello (IUI inseminazione intrauterina), di II e III livello (fecondazione extracorporea). Queste ultime sono meglio conosciute come F.I.V.E.T., che consiste nella fecondazione in vitro, cioè in laboratorio, grazie all’unione dei gameti femminili (ovociti) con quelli maschili (spermatozoi) e nel successivo trasferimento dell’embrione in cavità uterina. Oggi è molto usata anche la tecnica ICSI, che è un momento della F.I.V.ET. ed esattamente una modalità recente e ormai consolidata per far fecondare gli ovociti. Nella ICSI, o microiniezione, al contrario della tecnica classica in cui gli spermatozoi da soli fecondano l’ovocita, uno spermatozoo è iniettato dentro l’ovocita dal biologo- embriologo, attraverso un microscopio molto particolare che si chiama micromanipolatore”.

“Un tema molto sentito e di grande impatto sociale  - precisano Perino e Valenti - è quello della fecondazione eterologa, tecnica che prevede l’utilizzo di un gamete, maschile o femminile, al di fuori della coppia, che in Italia  è stata autorizzata dalla Corte Costituzionale, con la sentenza del 10 giugno 2014, n. 162, dopo 10 anni di proibizionismo dalla L. 40/2004”.  

“L’apertura all’eterologa - rilevano Perino e Valenti - nella nostra Nazione, ha determinato, nel 2016, un incremento delle nascite: l’aumento dei cicli e, quindi, delle richieste, si scontra, però, con la difficoltà di trovare sul territorio italiano donne donatrici e impone il ricorso a banche estere, perciò lo Stato, le società scientifiche e tutti i centri di PMA devono unire le forze per diffondere la cultura della donazione di ovociti”. “Considerato - concludono Perino e Valenti - che secondo le previsioni OCSE, nel 2050, l’Italia sarà il terzo Paese più vecchio dell’area, quello della fertilità è un argomento centrale anche per il welfare del Paese: occorre far comprendere quanto sia importante il ruolo dell’età, la prevenzione dei comportamenti a rischio, nonché l’attenzione alla diagnosi precoce delle malattie dell’apparato riproduttivo. Ciò richiede sinergia tra scienza e programmazione politica, oltre alla diffusione delle informazioni, soprattutto, tra i giovani”.

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