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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Sicilia e-Servizi, prosciolti Crocetta e Ingroia Il governatore: "Accuse ingiuste"

Erano stati citati in giudizio dalla Procura contabile per danno erariale. Al centro delle indagini la procedura di assunzione di 74 dipendenti ex Sisev, transitati alla società regionale di informatizzazione

Si è chiusa con il proscioglimento l'inchiesta della Corte dei Conti su Sicilia e-Servizi, che vedeva come indagati il governatore Rosario Crocetta, l'ex commissario e adesso amministratore unico Antonio Ingroia. Coinvolti anche gli ex assessori Antonino Bartolotta, Esterina Bonafede, Dario Cartabellotta, Nelli Scilabra, Michela Stancheris, Patrizia Valenti, l'avvocato dello Stato Giuseppe Dell'Aira, l'ex ragioniere generale Mariano Pisciotta, Rossana Signorino, dirigente del servizio partecipate. Insieme a Crocetta e Ingroia erano stati citati in giudizio dalla Procura contabile per danno erariale nei confronti della Regione per circa un milione di euro, più gli incrementi retributivi a maturare con il pagamento dei corrispettivi, oltre la rivalutazione monetaria e gli interessi legali.

Al centro delle indagini la procedura di assunzione di 74 dipendenti ex Sisev, transitati alla società regionale di informatizzazione. Secondo i giudici contabili, la Procura della Corte dei Conti non poteva indagare su Sicilia e-Servizi in quanto società per azioni e non pubblica. Il difetto di giurisdizione era stato sollevato dagli avvocati difensori degli indagati. La sentenza è stata pronunciata dalla sezione giurisdizionale della Corte dei Conti, presieduta da Luciana Savagnone, (Giuseppe Colavecchio relatore e Igina Maio, prima referendario).

"Le accuse erano ingiuste", scrive su Twitter Crocetta. "Un'indagine senza giurisdizione - sottolinea Ingroia - significa una indagine senza nè capo nè coda, insomma campata in aria. La sentenza della Corte dei Conti non mi sorprende".  "Dal primo giorno ho detto che ero con la coscienza a posto - afferma Ingroia - Anzi, abbiamo fatto mezzo miracolo salvando il servizio informatico con l'unico strumento che avevamo a disposizione, in un mese non si poteva fare che quello. Rimane l'amarezza per un'indagine che per oltre un anno ha consentito a una parte politica ben individuabile, ad alcuni organi di informazione e a certi interessi il cui scopo era quello di spazzare via l'opera di pulizia che avevamo avviato, di attaccarmi. Finalmente questa sentenza mi restituisce giustizia".

In corso invece il procedimento penale aperto con l'inchiesta avviata dalla Procura di Palermo. Dice Ingroia: "Nasceva dall'esistenza del procedimento contabile, ma è giusto che i giudici ordinari facciano le loro valutazioni e rimango in attesa".

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