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Tagli, Tar contro la Regione: "Soldi ai Comuni per pagare gli Lsu"

Questa la decisione dei giudici che hanno considerato illegittima la riduzione dei fondi destinati alle Amministrazioni per il pagamento delle retribuzioni dei Lavoratori socialmente utili. Accolto il ricorso di dieci comuni. E ora trema il Governo regionale

Il Tar bacchetta la Regione per i fondi destinati ai Comuni per i Lavoratori socialmente utili. I giudici amministrativi hanno accolto il ricorso di dieci amministrazioni che si erano viste tagliare "arbitrariamente", nel 2013, le risorse necessarie per il pagamento delle retribuzioni degli Lsu. Con un decreto "il dirigente generale del Dipartimento regionale del lavoro, dell'impiego, dell'orientamento, dei servizi e delle attività formative dell'Assessorato regionale delle autonomie locali, della famiglia, delle politiche sociali e del lavoro aveva disposto - si legge nella sentenza - che sarebbe stato corrisposto un contributo pari al 96 % di quello richiesto".

Una riduzione che aveva creato non pochi problemi alle Amministrazioni locali, che si erano viste tagliare ulteriormente la quota, scesa a meno del 94% a causa di un "errore":  alcuni Comuni erano stato dimenticati, costringendo la Regione a rivedere la ripartizione dei fondi. I provvedimenti, spiegano i giudici amministrativi, sono stati motivati con riferimento alla riduzione dei relativi capitoli di bilancio che era sta disposta per contenere la spesa pubblica regionale, violando così la legge vigente nel 2013. Il Tar si è posto dunque il problema di capire se i problemi finanziari consentano alla Regione di sottodimensionare il capitolo di bilancio relativo al finanziamento della spesa in questione, riducendo di conseguenza le specifiche somme destinate ai Comuni per il 2013.

La risposta dei giudici è stata negativa. Quelle spese vanno considerate quali "obbligatorie" e "incomprimibili", e dunque va assicurata la loro copertura mediante variazioni al bilancio o utilizzando fondi di riserva. E' stato così accolto il ricorso di dieci comuni del palermitano (Prizzi, Bisacquino, Chiusa Sclafani, Castellana Sicula, Villafrati, Alimena, Palazzo Adriano, Bompietro, Campofiorito, Giuliana). Amministrazioni alle quali dovranno essere restituite le somme sottratte. La Regione adesso trema e teme che altri comuni possano "approfittare" dell'esito della sentenza per impugnare i provvedimenti e i tagli subiti.

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