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Addio ai segretari comunali, la riforma Madia potrebbe cancellarne 250

E scatta la mobilità dei dirigenti degli enti locali che potranno essere trasferiti da un Comune all’altro. Sono alcuni dei punti previsti dalla riforma

Scatta la mobilità dei dirigenti degli enti locali che potranno essere trasferiti da un Comune all’altro, mentre in Sicilia sono in bilico 250 segretari comunali, a rischio soppressione. Sono alcuni dei punti previsti dalla riforma Madia e discussi oggi a Palermo in un convegno organizzato dall’Asael, l’associazione degli amministratori locali guidata da Matteo Cocchiara.

Con la riforma Madia, ogni Comune potrà scegliere i propri dirigenti che non saranno più dipendenti del singolo ente locale ma in generale della Pubblica amministrazione e potranno essere assunti con contratti quadriennali anche da una Regione all’altra. Viene invece mantenuta la figura del direttore generale. 

Incerto invece è il futuro dei segretari comunali. La riforma Madia prevede la soppressione ma la Sicilia non ha mai legiferato in merito e in commissione all’Ars sono stati già depositati due disegni di legge che ripristinerebbero nell’Isola addirittura l’agenzia dei segretari comunali, da cui i sindaci dovrebbero attingere al bisogno. Sarebbe il segnale della volontà del presidente Crocetta di non recepire la norma.

Un segretario comunale di un Comune medio-piccolo pesa in bilancio tra gli 80 e i 90 mila euro. Molti enti locali hanno provveduto siglando convenzioni per utilizzare un unico segretario. Oggi su 390 Comuni sono circa 250 i segretari comunali in servizio per un costo di circa 3 milioni di euro. “Ma in caso di soppressione – dice Matteo Cocchiara, alla guida dell'Asael – molti sindaci per cautelarsi farebbero ricorso a consulenze esterne, senza contare il rischio di un aumento dei contenziosi che anzi rischiano di far aumentare i costi. Sono tutti elementi da non sottovalutare. Siamo molto preoccupati, il segretario comunale verrebbe sostituito dai dirigenti apicali ma problemi potrebbero però verificarsi nei piccoli Comuni dove verrebbe a mancare un punto di riferimento giuridico molto importante sia per i sindaci sia per gli stessi consiglieri comunali”. E il presidente del Consiglio comunale di Palermo, Salvatore Orlando, invita a “trovare gli strumenti più idonei per garantire un supporto tecnico alla politica. Inoltre l'abolizione dei segretari comunali non può equivalere a un'assenza di controlli interni agli enti locali, che vanno attuati a salvaguardia dei cittadini".

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