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La Cgil lancia l'allarme: "Conti della Regione a rischio, disavanzo non è rateizzabile"

Secondo il segretario generale della Cgil Sicilia, Michele Pagliaro: "Il disavanzo del 2017, pari a 2,14 miliardi, stando alla normativa non potrà essere spalmato sui prossimi trent’anni”

“I conti della Regione rischiano seriamente di saltare perché, contrariamente da quanto dichiarato dal governo regionale, il disavanzo del 2017, pari a 2,14 miliardi, stando alla normativa non potrà essere spalmato sui prossimi trent’anni”. Lo dice il segretario generale della Cgil Sicilia, Michele Pagliaro (nella foto), che spiega: “In base all’accordo del dicembre 2018 tra la Regione e il ministero dello Sviluppo economico, riportato nella legge di bilancio dello Stato per il 2019 (comma 874 dell’articolo 1), la Regione può ripianare in 30 esercizi solo l’eventuale disavanzo derivante dalla cancellazione nel 2017 di crediti derivanti da assegnazioni dello Stato e dell’Ue per la programmazione 2007/ 2013 e dei crediti di natura tributaria entro l’esercizio 2002”.

michele pagliaro cgil-2Secondo le stime della Cgil “questi si attestano intorno a 700 milioni. Ciò significa - sottolinea Pagliaro - che nei prossimi tre anni la Regione dovrà reperire 1 miliardo e 400 milioni per risanare il disavanzo”. La Cgil rileva che questo “si inscrive in un quadro di crisi complessiva di liquidità, di assenza di segnali positivi sul fronte dell’economia e dello sviluppo e di possibile recessione in Italia che avrebbe un effetto  di trascinamento per la Sicilia che, con una crescita registrata nel 2017 dello 0,5%, si ritroverebbe in una situazione di preoccupante stagnazione”. “I ritardi nell’attivazione dei documenti contabili - dice Pagliaro- sono la conferma oltre che del precario equilibrio della maggioranza, dell’incertezza del quadro finanziario e delle risorse disponibili”.

Pagliaro rileva che “la mancanza di liquidità si riflette anche su delicati settori come la sanità che, come rilevato dalla Corte dei Conti, vede le aziende sanitarie avere debiti per 2,5 miliardi e crediti per 4,2 miliardi, un importo pari alla quota di compartecipazione della regione al fondo sanitario regionale (4,4 miliardi nel 2017). Se questa dinamica si ripeterà nel 2018 e nel triennio 20019/2020- afferma Pagliaro- le aziende sanitarie dovranno ricorrere alle anticipazioni di tesoreria e capiterà anche che dovranno fare fronte a spese aggiuntive derivanti dai decreti ingiuntivi per pagare i fornitori, disattendendo la normativa comunitaria per quanto concerne i tempi di pagamento”.Insomma, secondo la Cgil, “la Sicilia e suoi importanti comparti rischiamo di finire in ginocchio. Noi - ricorda Pagliaro - avevamo chiesto mesi fa di fare chiarezza nei conti e proposto una sessione specifica dell’Ars su questa problematica, ma il governo non ci ha ascoltato. In un incontro, ha piuttosto minimizzato parlando di un disavanzo reale di 500 milioni coperto con l’assestamento. Ma la sezione giurisdizionale di Roma della Corte dei Conti ha confermato il disavanzo di 2,1 miliardi registrato nel giudizio di parifica dei giudici contabili siciliani condannando la Regione a risanarlo”. Per la Cgil “la situazione rischia di diventare drammatica, l’operazione chiarezza da noi per tempo sollecitata - conclude Pagliaro - diventa ormai indifferibile”.

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