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Caso Mediaset, Berlusconi cita Falcone e attacca Orlando: "Campione del peggiore giustizialismo"

La registrazione audio del magistrato Amedeo Franco in questi giorni è diventata un caso politico. L'ex premier "tira in ballo" il sindaco di Palermo: "Noi non usiamo contro i nostri avversari l'arma dell'insinuazione, della maldicenza, del pettegolezzo, dell'accusa indimostrabile"

"Noi diciamo che qualcosa di grave è certamente accaduto e che merita di essere chiarito, nell'interesse di tutti gli italiani e della stessa magistratura onesta, corretta, coraggiosa, che è la gran parte dell'ordine giudiziario e che non merita di essere accomunata ai comportamenti gravemente scorretti di alcuni suoi esponenti. Il chiarimento deve avvenire nella sede istituzionale più alta e pubblica possibile, una Commissione parlamentare di inchiesta, perché non è stato fatto del male solo a me e alla mia parte politica, è stato fatto del male alla democrazia rappresentativa e al la sovranità popolare che sta alla base della Costituzione". Ad affermarlo, in un'intervista a 'Il Giornale', è l'ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi dopo la rivelazione dell'audio del Giudice Amedeo Franco. Una registrazione audio diventata un caso politico.

"Abbiamo chiesto una Commissione d'inchiesta proprio per chiarire" la vicenda. Vede, uno dei campioni del peggiore giustizialismo, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, sosteneva che 'il sospetto è l'anticamera della verità'. Io rispondo con le parole di Giovanni Falcone: 'Il sospetto è l'anticamera del khomeinismo'. La nostra cultura garantista ci impedisce di essere come loro: noi non usiamo contro i nostri avversari l'arma dell'insinuazione, della maldicenza, del pettegolezzo, dell'accusa indimostrabile", sottolinea ancora Berlusconi.

La registrazione è stata pubblicata dal "Riformista" e riporta le parole del magistrato Amedeo Franco, relatore in Cassazione nel processo Mediaset in cui il Cavaliere ha riportato una condanna passata in giudicato il 30 luglio 2013, sfociata poi il 27 novembre nell'espulsione dal Senato in forza della legge Severino. Quel processo fu "un plotone d'esecuzione", secondo le parole del magistrato.

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