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Il piano pubblicità torna in Consiglio, ma si ferma subito: "Sia il Comune a stabilire gli spazi"

Nella delibera non c'è traccia dell'ubicazione degli impianti e delle elaborazioni planimetriche. Gli uffici, a corto di personale, chiedono il "soccorso" dei privati. Coro di "no" a Sala delle Lapidi, Gelarda: "Decida l'amministrrazione". Tantillo: "Stop alla giungla dei cartelloni"

A Sala delle Lapidi torna il piano della pubblicità, ma la nuova delibera è piena zeppa di lacune. Manca l'indicazione dei siti da assegnare per l'installazione degli impianti pubblicitari e non c'è traccia nemmeno delle elaborazioni planimetriche. E dire che nel 2015 il Consiglio comunale aveva dato l'ok alla delibera, mettendo nero su bianco che sarebbe diventata operativa se entro sei mesi gli uffici avessero definito il piano con le geolocalizzazioni. 

Quasi tre anni non sono bastati a stabilire l'ubicazione degli impianti pubblicitari e adesso i burocrati del Comune scrivono nell'atto che la pianificazione venga fatta dalle stesse aziende interessate all'assegnazione degli spazi, modificando di fatto quanto già deliberato dal Consiglio. Una procedura anomala segnalata all'avvocatura comunale. Il motivo? Non ci sarebbe personale a sufficienza.

In Consiglio però c'è chi non vuole che il pallino passi nelle mani dei privati. Igor Gelarda (M5S) è pronto alle barricate: "Innanzitutto non si comprende perche il nostro piano pubblicità preveda spazi per 63mila metri quadrati e quello nuovo di Roma ne prevede appena 140mila, pur avendo la capitale un'estensione territoriale otto volte maggiore di Palermo. Inoltre spetta al Comune decidere i posti dove devono essere messi i nuovi cartelloni pubblicitari. Allo stato attuale il caos regna sovrano con numerosi impianti completamente abusivi e con alcuni impianti che, pur avendo la concessione, non sembrano rispettare determinati criteri, specialmente quanto previsto dal Codice della strada. Tutto questo non è più tollerabile".

La delibera, che si compone di un regolamento (approvato nel 2015) e del piano (rimasto al palo), verrà emendata. Qualche piccola modifica sarà fatta al regolamento; mentre il percorso che porterà all'approvazione del piano verrà scandito dopo la conferenza dei capigruppo in programma la prossima settimana e dopo l'incontro con le associazioni che rappresentano le aziende del comparto pubblicitario. A chiederlo, con una nota ufficiale inviata al Consiglio, sono tra gli altri l'Aapi (Associazione aziende pubblicitarie italiane) e l'Aspes (Associazione siciliana pubblicità esterne).

Dopo anni di sostanziale immobilismo, insomma, è ufficialmente scattato il forcing sul Consiglio comunale. "E' indubbio che ci sono dei ritardi e delle colpe dell'amministrazione comunale - sottolinea Gelarda - ma non abbiamo nessuna intenzione di accollarceli noi, facendoci prendere ora da una fretta che può portare solo cattivo consiglio. La pubblicità è fonte di inquinamento visivo, soprattutto in una città ad altissima densità di beni culturali e ambientali come Palermo. Dobbiamo trovare un giusto mezzo tra le aspirazioni e le necessità commerciali dei concessionari e delle aziende che vogliono essere pubblicizzate, la vivibilità e il rispetto per i palermitani".

Sulla stessa scia Sabrina Figuccia (Udc) e Claudio Volante (I Coraggiosi), consiglieri comunali e componenti della commissione competente in materia di regolamenti, che aggiungono "La delibera presenta notevoli elementi di genericità. Eventuali bandi potrebbero trovare diverse opposizioni per la mancata identificazione dell’oggetto di gara. Tutto questo da un lato rischia di rendere impossibile per le aziende partecipanti un'adeguata determinazione delle offerte e dall'altro rischia di appesantire la macchina burocratica, facendo bloccare la procedura. La nostra posizione va nella direzione della restituzione di questa proposta, in quanto non conforme a quanto già richiesto dal precedente Consiglio. In questo modo si consentirebbe un adeguamento anche a ciò che viene prescritto dal Codice degli appalti in materia di violazione del diritto amministrativo". 

Niente rinvii sine die però: almeno questa è la strada tracciata dal vicepresidente del Consiglio comunale, Giulio Tantillo (Forza Italia), secondo cui "rimandare indietro la delibera significa perdere altro tempo prezioso. Bisogna invece mettere fine a questa giungla che riguarda il settore della pubblicità, tenendo presente che il Comune deve essere protagonista". In altre parole, gli uffici comunali non possono abdicare ai compiti di pianificazione. "L'intendimento generale del Consiglio - conclude Tantillo - è quello che il piano sia rispettoso del Codice della strada, che i cartelloni non interferiscano con beni culturali o aree vincolate e che non diventino degli ostacoli visivi per i cittadini".

Sull'argomento interviene anche il gruppo Sinistra Comune. “La città di Palermo ha la necessità impellente di un riordino nel settore della pubblicità al fine di superare l’attuale giungla che produce un inaccettabile inquinamento visivo e una totale deregulation nell’utilizzo degli spazi urbani.” Lo affermano i consiglieri di Sinistra Comune Giusto Catania, Barbara Evola, Katia Orlando e Marcello Susinno.

"Riteniamo che la proposta di atto deliberativo presente all’ordine del giorno del Consiglio comunale, al netto di qualche superabile imperfezione, sia una risposta seria che contribuirà a dare regole certe alla città, renderà trasparenti le concessioni e combatterà l’abusivismo. Le criticità manifestate in aula da qualche consigliere sono legittime ma sono ampiamente superabili con un pizzico di buona volontà e con l’ambizione di voler contribuire al bene collettivo della città. Siamo pronti ad avviare una discussione in Consiglio comunale per migliorare il regolamento e per dotare la città di un piano che potrà consentire agli uffici di indire subito una gara ad evidenza pubblica, con l’obiettivo di mettere ordine in un settore importante per la vita di Palermo".
 

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